Il caso Ibrahimovic: i due tamponi ravvicinati (negativi) e la deroga alla quarantena
15/05/2020 di Enzo Boldi
La deroga che fa discutere. Zlatan Ibrahimovic è tornato in Italia lo scorso lunedì (11 maggio) dalla Svezia, dove ha trascorso il lungo periodo di emergenza sanitaria lontano dall’Italia. L’attaccante rossonero, come tutte le persone che rientrano dall’estero per motivi lavorativi (come in questo caso, vista la ripresa degli allenamenti in vista della probabile ripartenza del campionato), doveva essere sottoposto a un periodo di quarantena di 14 giorni nelle strutture del centro sportivo di Milanello. Il club, però, è riuscito a ottenere una deroga dall’Ats Milano Lombardia, consentendo al calciatore di essere sottoposto a due tamponi consecutivi che hanno dato esito positivo, consentendogli di fare rientro nella sua abitazione.
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In Svezia, l’emergenza Coronavirus è stata affrontata in modo diametralmente opposto rispetto a quanto accaduto in Italia, con la corsa all’immunità di gregge. Il calciatore, infatti, non ha dovuto trascorrere giorni di lockdown e, in alcune occasioni, ha anche giocato qualche partitella di allenamento a Stoccolma. Le polemiche, però, non riguardano questo. La questione su cui si è concentrata l’attenzione è il suo ritorno in Italia.
Ibrahimovic e la deroga alla quarantena
La quarantena di Zlatan Ibrahimovic, di fatto, è durata meno di 70 ore – mentre le indicazioni parlano di 14 giorni, periodo nel quale devono essere effettuati i due tamponi per verificare e confermare la negatività – grazie alla richiesta del Milan all’Ats (Azienda Tutela Salute) lombarda. Ovviamente il via libera anticipato è arrivato dopo che entrambi i test hanno dato esito negativo, confermando come l’attaccante svedese non abbia contratto il Coronavirus.
Figli e figliastri
Sappiamo, dunque, che Ibrahimovic sia sano e non sia stato colpito – fortunatamente – dal Coronavirus. Sta di fatto che questa forzatura delle procedure (che, invece, devono essere seguite da tutti gli altri) non può che provocare della polemiche. In meno di 70 ore, dalla sera di lunedì al pomeriggio di mercoledì, sul calciatore sono stati effettuati i due tamponi che, per prassi, vengono eseguiti a distanza di 14 giorni.
(foto di copertina: da profilo social di Zlatan Ibrahimovic)