La storia del sito del gruppo Wagner hackerato

Lo ha annunciato il ministro della Transizione Digitale di Kiev, Mikhail Fedorov

20/09/2022 di Redazione

Gli hacker di Kiev, il gruppo messo insieme da ministero della Transizione Digitale guidato da Mikhail Fedorov subito dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, ha colpito il famoso battaglione Wagner, un gruppo di mercenari filo-russi che sta combattendo nelle aree occupate. Da tempo il battaglione Wagner sta difendendo la causa russa in Ucraina (ben prima dello scoppio della guerra alla fine di febbraio) ed è per questo che viene spesso individuato come bersaglio di attacchi da parte delle autorità ucraine. Adesso, è stata la volta del loro sito web, che è stato hackerato e che – in questo modo – ha svelato l’identità di diversi componenti del gruppo di mercenari.

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Gruppo Wagner e la pagina web hackerata

L’annuncio è stato fatto da Fedorov che, dal punto di vista della propaganda delle azioni condotte dal gruppo di 300mila volontari che ha dato la sua disponibilità per contrastare il cyber-crime della guerra ibrida russa, è sempre stato molto attivo nel renderle note e nell’attribuire meriti: «L’esercito informatico ucraino ha ottenuto tutti i dati personali dei mercenari del Gruppo Wagner hackerandone il sito web» – ha scritto su Telegram. Inoltre ha annunciato severe punizioni per tutti coloro che, in seguito a questa operazione, sono stati identificati.

Contemporaneamente, su Telegram c’erano già state delle avvisaglie. Il gruppo del battaglione Wagner era stato chiuso dopo che qualcuno era riuscito a trasformare l’icona del like nello stemma del battaglione Azov. È evidente che i mercenari siano entrati nel mirino degli hacker ucraini che, quindi, sono entrati nel sito web del gruppo. Sulla pagina compare un banner: «L’esercito informatico ucraino è qui. Ora siamo in possesso di tutti i dati presenti sul sito. Benvenuti in Ucraina. Vi aspettavamo».

gruppo wagner

Il battaglione Wagner ha avuto più volte problemi, sin dall’inizio del conflitto, in merito a intrusioni derivate dall’utilizzo di strumenti informatici. Un bombardamento ucraino sarebbe stato originato da una foto postata su Telegram da un giornalista, che – mostrando alcuni dettagli del contesto – aveva consentito l’identificazione del luogo esatto del loro posizionamento. Insomma, la tecnologia non sembra arridere al battaglione Wagner.

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