Si è “suicidato” il giornalista russo che indagava sui mercenari di Putin in Siria

Maxim Borodin, giornalista russo residente a Yekaterinburg in Russia, è morto domenica 15 aprile dopo essere caduto dal quinto piano della sua abitazione.

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L’uomo, 32 anni, era conosciuto nel Paese per l’inchiesta che stava svolgendo sul gruppo di mercenari Wagner Pmc impegnato nella guerra civile di Siria, in particolare su uno scontro armato con l’esercito statunitense avvenuto nel febbraio 2018.

Gli ufficiali di Mosca stanno trattando il caso come suicidio ma la verità potrebbe essere molto diversa rispetto alla versione ufficiale.

L’editor del giornale Novy Den dove lavorava Borodin, Polina Rumyantseva, non crede alla polizia russa, mentre nella giornata di domenica Reporters Without Borders ha definito le cause della morte “sospette”.

Il gruppo Wagner ha la sua base nella città di Absest, in Siberia. Da un’inchiesta della Bbc pubblicata lo scorso febbraio, questi mercenari hanno svolto un ruolo importante prima nella guerra civile ucraina e, dopo, anche in quella siriana.

Il Cremlino preferirebbe adottare una strategia di non coinvolgimento diretto per potere negare eventuali morti sospette. “Prima arrivano i ragazzi di Wagner a lavorare, dopo entrano le truppe russe, successivamente gli arabi e le telecamere”, ha dichiarato un ex ufficiale del gruppo.

Lo stipendio stimato per i “soldati” di Wagner è stimato essere dai 3.800 ai 5.300 dollari al mese.

Il fondatote del gruppo, Yevgeny Prigozhin, è uomo molto vicino al presidente Vladimir Putin ed è stato indagato dalle autorità americane per il suo coinvolgimento nel boicottaggio delle elezioni del 2016.

(Foto credits: Twitter)

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