Gli hacker ucraini hanno ingannato i soldati russi presentandosi come donne attraenti

In questo modo, attraverso delle piattaforme digitali, sono riusciti a ottenere delle preziose informazioni sulla loro posizione

06/09/2022 di Redazione

Nonostante da tempo si parli di guerra ibrida per l’invasione russa in Ucraina (con operazioni che non si limitano soltanto a quelle realizzate sul campo, ma anche nella sfera digitale), l’aspetto del social engineering, evidentemente, è stato sottovalutato. Così, il Financial Times ha avuto modo di provare che alcuni hacker ucraini, presentandosi come donne attraenti, sono riusciti a ingannare dei soldati russi su alcune piattaforme e siti di incontri, in modo tale da ottenere da loro delle informazioni preziose, a livello strategico, circa la loro posizione sullo scacchiere delle varie battaglie sul campo.

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Hacker ucraini si fingono donne attraenti e parlano con i soldati russi

Il Financial Times, nella fattispecie, è riuscito a raggiungere Nikita Knysh, un esperto di informatica di Kharkiv, una delle città ucraine maggiormente prese di mira dall’esercito russo. Nell’intento di dare una mano al suo Paese – non è chiaro se l’operazione fosse in qualche modo collegata al reclutamento di massa che, dalla fine di febbraio, era partito su Telegram sulla base della volontà del ministro della Transizione digitale Mychajlo Fedorov -, l’esperto IT ha detto di aver messo in piedi una squadra di 30 hacker che, nelle scorse settimane, ha messo in atto una strategia di social engineering per ingannare l’esercito russo.

Dopo aver creato profili spacciandosi per donne molto avvenenti, su diverse piattaforme – tra cui Telegram, molto utilizzata in Russia non soltanto come app di messaggistica, ma anche come piattaforma di micro-blogging – sono riusciti a entrare in contatto con diversi soldati di stanza a Melitopol. A questo punto, hanno iniziato a chattare con loro e sono riusciti a farsi inviare da loro delle foto da cui hanno desunto la loro posizione. Queste informazioni sono state poi condivise con l’esercito ucraino che, guarda caso, proprio nei giorni scorsi ha condotto una operazione militare mirata esattamente a Melitopol.

Non sarebbe la prima volta, del resto, che un’azione militare sia stata condotta sulla base di materiale pubblicato sui social network o su altre piattaforme digitali. Nei giorni centrali di agosto, un giornalista filo-russo avrebbe pubblicato su Telegram una foto del gruppo di mercenari Wagner: i dettagli contenuti all’interno della fotografia hanno portato poi l’intelligence ucraina a pianificare una operazione militare nel luogo riconoscibile dall’immagine pubblicata. Il ruolo dei social network, ancora una volta, si mostra protagonista in questo conflitto ipertecnologico.

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