Salvini sul caso Gregoretti: «Io sarei peggio di uno stupratore?»
20/12/2019 di Enzo Boldi
Peggio di uno stupratore. Così Matteo Salvini commenta il rischio di una condanna a 15 anni – anche se ancora si deve passare per il Senato e, poi, per il processo – per il caso Gregoretti. Il leader della Lega è, infatti, indagato per la gestione della nave della Guardia Costiera ‘respinta’ temporaneamente dopo aver soccorso 131 migranti. L’ex ministro dell’Interno è accusato di aver violato alcune norme del decreto sicurezza fortemente voluto proprio da lui e dal Carroccio.
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«È normale che si spendano soldi perché ho difeso i confini? Io sarei peggio di uno stupratore: per lo stupro la pena è di 12 anni, per il sequestro gli anni sono 15», ha detto Matteo Salvini a Il Corriere della Sera. Ovviamente si parla di rischio condanna, anche perché – qualora ci dovesse essere un processo – dovranno essere confermate tutte le accuse che adesso vengono contestate (in fase preliminare) all’ex ministro dell’Interno.
Salvini, il caso Gregoretti e la pena peggio dello stupro
«Se decideranno, processo sia: idealmente in quel tribunale ci saranno con me milioni di italiani – ha proseguito il leader della Lega nella sua intervista -. Quanto a Di Maio, ha cambiato idea sui miei processi come l’ha cambiata su tante altre cose». Il riferimento non è solo al caso della nave della Guardia Costiera Gregoretti, ma anche alla posizione tenuta dal Movimento 5 Stelle nel caso Diciotti. Un atteggiamento che, ora, è cambiato.
La ricostruzione dell’ex ministro
«Noi stiamo preparando tutta la documentazione – ha proseguito Matteo Salvini -. Al termine dei quattro giorni di presunto sequestro ottenemmo che 5 Paesi europei si suddividessero gli immigrati. Una cosa è certa: lo rifarei. E se gli italiani lo vorranno, lo rifarò. Sempre che non ci siano stranezze legate alla legge Severino».
(foto di copertina: ANSA/ANGELO CARCONI)