Workspace e altri strumenti gratuiti di Google passano a pagamento creando problemi

A risentire maggiormente di questi costi imprevisti sono le piccole aziende che, tra le altre cose, non verrebbero aiutate dall'assistenza Google nel passaggio

22/06/2022 di Ilaria Roncone

Una novità ben poco gradita alle piccole imprese che, dopo anni di servizio gratuito, si trovano a dover pagare le mail di Google. Alcune delle funzioni più popolari e utilizzate di Google stanno passando a pagamento e, in particolare, le piccole aziende che utilizzano la piattaforma Google Workspace – suite di software e strumenti di produttività per il cloud computing e per la collaborazione – stanno facendo fatica anche a passare al nuovo modello di abbonamento. La situazione che si trovano davanti queste aziende è quella in cui Google Workspace a pagamento – che comprende strumenti come Gmail e Google Drive – presenta costi non prevedibili in precedenza con la possibilità che – se entro il 1° agosto non dovessero essere coperti – il servizio possa cessare.

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Google assottiglia la sua offerta di servizi gratuiti

Secondo i proprietari di una serie di aziende – come racconta Input – c’erano promesse di lunga data rispetto alla gratuità di questi strumenti aziendali che Google non ha mantenuto.  Gli indirizzi mail aziendali personalizzati, per esempio, prima erano gratuiti ma di recente Google ha tolto ogni opzione gratuita. Anche guardando a strumenti come Google Photos, uno degli unici servizi gratuiti di backup illimitato per foto gratuito, ha visto gli utenti dover sottoscrivere un abbonamento per continuare ad usarlo a partire dallo scorso anno.

Il punto è che l’imposizione arriva con una recente pandemia globale che, visti i dati, è ancora in corso e da parte di un’azienda che ha un valore di quasi 1.500 miliardi di dollari.

Le problematiche di Google Workspace a pagamento

Google Workspace, precedentemente G Suite, nasce nel 2006 come servizio gratuito rivolto ad aziende e a privati. Coloro che l’hanno sempre utilizzato si sono ritrovati, a gennaio, con l’impossibilità di accedere in maniera gratuita a partire dal 1° maggio. Il cambiamento è stato ritardato, dopo una serie di proteste, al 1° luglio. Le aziende hanno fatto presente che Google sta violando quel patto di fornire strumento aziendali sempre gratuiti e – secondo quanto raccontato al New York Times – l’assistenza di Google non avrebbe nemmeno fornito aiuto nel passaggio agli abbonamenti a pagamento che ora saranno necessari.

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