Google raggiunge un accordo con l’Autorità garante della concorrenza francese sul copyright

"L'autorità ritiene che gli impegni presi da Google abbiano le caratteristiche per affrontare i problemi di concorrenza"

21/06/2022 di Clarissa Cancelli

Dall’Autorità garante della concorrenza francese arriva il parere favorevole al quadro di negoziazione di Google nell’ambito della nuova legge sul copyright. A riportarlo è Reuters. Secondo la norma, entrata in vigore nell’ottobre 2019, le piattaforme, inclusa appunto Google, devono necessariamente ottenere il consenso da editori e agenzie stampa per mostrare i contenuti protetti che vanno oltre a link o brevi estratti.

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L’accordo nell’ambito della nuova legge sul copyright di Google

L’Autorità ha affermato che Google, di proprietà di Alphabet, ha ritirato il ricorso contro una multa di 500 milioni di euro (528 milioni di dollari). Una decisione che mette la parola “fine” alle indagini dell’Autorità sull’azienda californiana, che ha accettato di parlare con le agenzie di stampa e altri editori per pagarli, dopo aver utilizzato le loro notizie sulla sua piattaforma. Google si impegnerà a presentare una proposta di compenso entro tre mesi dall’inizio delle negoziazioni e, se non si riesce a trovare un accordo, la questione sarà risolta da un tribunale. La società statunitense assicurerà inoltre che i negoziati non avranno alcun impatto sul modo in cui le notizie vengono presentate nelle sue pagine di ricerca. “L’autorità ritiene che gli impegni presi da Google abbiano le caratteristiche per affrontare i problemi di concorrenza”, ha affermato l’Autorité de la Concurrence francese nella sua sentenza.

La riforma del copyright approvata dal Parlamento Europeo

Nel 2018 Parlamento europeo ha approvato la riforma del copyright con 438 voti a favore, 226 contrari e 39 astensioni. I cambiamenti più importanti derivati da questa riforma del diritto d’autore a livello europeo – ma con ovvie ripercussioni mondiali, data l’ingerenza dei Big Tech come Facebook e Twitter – riguardavano due aspetti principali, individuati dagli articoli 11 e 13 del provvedimento approvato: due norme che rendono più stringente e invasivo il concetto di copyright nelle condivisioni sui social network e sulle altre piattaforme di aggregazione. L’articolo 11, quello riassumibile in «tassa sui link», ha come obiettivo quello di tutelare gli editori. Con questa riforma le piattaforme digitali non potranno più lucrare sulle condivisioni di articoli, contenuti e immagini coperte dal diritto d’autore, ma saranno obbligate a trovare un accordo economico. Un provvedimento che mira a restituire un valore sul web alla stampa che, con l’avvento dei social network e di altri aggregatori, non viene adeguatamente ricompensata. L’articolo 13, quello che alcuni hanno definito il «bavaglio al web», obbliga le piattaforme digitali a effettuare un controllo preventivo per bloccare – prima di essere diffusa – qualsiasi condivisione di e caricamento di opere coperte da copyright.

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