Google ha presentato ad alcuni editori la sua AI per “aiutare” i giornalisti

Il nome del prodotto, per il momento, è Genesis. Ci sono grandissime perplessità non solo sulle sue funzioni, ma anche per il futuro della professione

24/07/2023 di Enzo Boldi

Hanno distribuito, da qualche settimana anche in Europa, un’intelligenza artificiale generativa di tipo testuale (Bard). Ne hanno sviluppata una (ma è ancora in fase di test) per dare “supporto” ai medici (Med-PaLM 2). Ora si sta insinuando anche all’interno delle stanze dei vertici editoriali, con un progetto – ancora non ultimato – che promette di dare un aiuto ai giornalisti in alcune fasi della redazione di contenuti e articoli. Ecco che Google ha deciso, dunque, di entrare a gamba tesa (ancora una volta) nel mondo dell’informazione, presentando il suo progetto Genesis.

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La notizia è trapelata solo alcuni giorni fa, quando il New York Times ha raccontato di aver ricevuto una “visita” da parte di Google per presentare le mirabilia di quel progetto che – almeno per il momento – prende il nome di Genesis. Nell’elenco degli attori del mondo editoriale e giornalistico a contattati dall’azienda di Mountain View ci sono anche il Washington Post e il Wall Street Journal (che fa parte della holding News Corp). Dunque, l’azienda Big Tech ha scelto i pesi massimi (ma sono state coinvolte anche altre realtà del settore) per mostrare le capacità di questo strumento basato sull’intelligenza artificiale.

Google Genesis, l’AI sostituirà il lavoro dei giornalisti?

Tutto stava avvenendo in gran segreto, proprio in questa fase storica in cui alcune testate online hanno deciso di implementare strumenti AI all’interno delle redazioni (come nel caso di CNET, che ha anche iniziato a licenziare redattori e giornalisti), prima che la notizia diventasse di dominio pubblico. Dunque, la stessa Google – attraverso le parole rilasciate da un portavoce a The Verge – ha spiegato l’esistenza di questo progetto. Senza, però, fornire molti dettagli sui piani presenti, futuri e futuribili.

«In collaborazione con gli editori di notizie, in particolare gli editori più piccoli, siamo nelle prime fasi dell’esplorazione di idee per fornire potenzialmente strumenti abilitati all’intelligenza artificiale per aiutare i giornalisti nel loro lavoro. Ad esempio, gli strumenti abilitati all’intelligenza artificiale potrebbero aiutare i giornalisti con opzioni per i titoli o diversi stili di scrittura. Il nostro obiettivo è offrire ai giornalisti la possibilità di utilizzare queste tecnologie emergenti in modo da migliorare il loro lavoro e la loro produttività, proprio come stiamo mettendo a disposizione delle persone strumenti di assistenza in Gmail e in Google Documenti. Molto semplicemente, questi strumenti non intendono e non possono sostituire il ruolo essenziale che i giornalisti hanno nel riferire, creare e verificare i loro articoli».

Dunque, il portavoce “promette” che strumenti come quelli del progetto Google Genesis stiano nascendo solo come forma di supporto, non in sostituzione del giornalista stesso.

Le reazioni

Il progetto Google Genesis, annunciato nel 2022, è ancora in fase di sperimentazione. Come riporta il New York Times, le reazioni non sono state delle migliori. Alcuni dei vertici che hanno partecipato alle “dimostrazioni” di questo prodotto hanno utilizzando parole come «inquietante». Altri, invece, hanno sottolineato come l’approccio dell’azienda di Mountain View sia totalmente svilente nei confronti della professione giornalistica, non tenendo a mente come il principio alla base di questo mestiere (ovviamente la storia insegna che non tutti agiscono in modo corretto) sia l’approfondimento e non la mera creazione di contenuti seriali.

E, invece, oltre al titolo, Google Genesis sembra avere – secondo quanto raccolto finora – le caratteristiche di un redattore bot in grado di racimolare le informazioni dal web e generare (in pochissimo tempo) i cosiddetti articoli di flusso. Ed è qui che subentra il paradosso: se le notizie sono generate dall’AI sulla base di altre notizie, quali saranno le fonti del futuro se non ci saranno informazioni nuove e fresche? Perché ci sono diverse realtà che hanno deciso di utilizzare l’AI in sostituzione del personale, anche in ambito editoriale. Considerando che, per definizione, l’ecosistema da cui le intelligenze artificiali acquisiscono “notizie” e nozioni non è propriamente “sano”, diventa difficile pensare che si possa ottenere “obiettività” (oltre all’assenza di spirito critico nell’analisi di fatti ed eventi). E se Google prova a tranquillizzare tutti dicendo che Genesis non voglia sostituire i mestieranti del mondo dell’informazione, la combinazione tra questo strumento e Bard potrebbe ridurre la forza lavoro (quindi con convenienza dal punto di vista degli editori) e i tempi di produzione. Ma la qualità si perderebbe. Anzi, finirebbe nell’oblio.

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