Dermatology Assist Google, l’allarme dei medici: “Creerà tsunami di autodiagnosi”

Quando c'è di mezzo la salute spegnete il telefono e accendete la testa

22/05/2021 di Redazione

È nato Dermatology Assist di Google, uno strumento diagnostico basato sull’intelligenza artificiale, capace di riconoscere e diagnosticare 288 malattie di pelle, capelli e unghie, solo da una foto che il paziente potrà caricare sulla app e qualche domanda cui il paziente deve rispondere. Lo strumento, annunciato alla conferenza annuale del gigante tecnologico dedicata agli sviluppatori “Google I/O”, potrà aiutare a indirizzare i medici e a migliorare le terapie: ad esempio potrà scovare tante lesioni cutanee maligne che ad oggi possono sfuggire alla diagnosi perché sottovalutate dal paziente.

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Il colosso tecnologico ha rassicurato dicendo che lo strumento sarà di aiuto alle persone senza volersi sostituire al dermatologo o al medico; la app risponde comunque a un bisogno molto sentito, basti pensare che ogni anno su Google vengono effettuate 10 miliardi di ricerche su pelle, capelli e unghie. Non è raro ormai, infatti, che quando ci si ritrova uno sfogo cutaneo o una formazione strana come una verruca, si ricorra a Google, magari cercando di confrontare immagini presenti sul motore di ricerca con l’aspetto del proprio problema per farsi un’autodiagnosi.

Ma da qui nasce l’allarme dei medici. Come riportato dal Guardian, in un’intervista rilasciata dal medico Andrew Miller, questa app di Google potrebbe creare problemi dannosi per la salute: «Temo che con un computer le persone potrebbero ignorare il consiglio di vedere un medico, o l’algoritmo potrebbe perdere qualcosa di complesso. Temo anche che possano fraintendere le domande poste dall’app.C’è grande preoccupazione che l’ingresso di Big Tech nel settore sanitario porti uno tsunami di autodiagnosi. E tutto ruota intorno ai soldi, perché è molto facile dire alle persone sane che sono malate», ha detto il dottore.

Insomma, diffidate da questa app di Google per cose serie come la salute e affidatevi al “tradizionale” sistema dell’ormai (purtroppo) andato perso del parlare con le persone guardandosi negli occhi.

[CREDIT PHOTO: ITALY PHOTO PRESS]

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