Giovanni Rezza e la «sfortuna» del Coronavirus arrivato insieme al picco influenzale

20/04/2020 di Enzo Boldi

Un problema di contingenza temporale (e virale). Giovanni Rezza, epidemiologo e direttore del Dipartimento malattie infettive dell’Iss, ha spiegato così i motivi che hanno reso l’Italia uno dei Paesi più soggetti alla diffusione Covid-19. Secondo l’esperto, il Coronavirus in Italia ha iniziato a dare i primi segnali nel momento in cui c’era anche il picco dell’influenza stagionale. Questo fattore avrebbe reso più difficile la distinzione tra le patologie, dando il via a una serie di conseguenze che ha portato alla situazione attuale.

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«Sfortuna ha voluto che l’epidemia esplodesse nella fase di picco influenzale: chi aveva il virus ma con sintomi lievi è stato scambiato per un malato d’influenza, solo i casi più gravi hanno fatto scattare l’allarme – ha spiegato Giovanni Rezza nella sua intervista a La Repubblica -. Questo ritardo ha dato il tempo al Covid-19 di diffondersi. E poi nell’esito della battaglia ha contato l’impostazione dei Servizi sanitari nazionali, molti dei quali, anche a causa dei tagli alla sanità, erano impreparati».

Giovanni Rezza e la contingenza temporale del Coronavirus

Secondo l’epidemiologo dell’ISS, dunque, i sintomi più lievi da affezione da Coronavirus si sono mischiati – temporalmente – a quelli dell’influenza stagionale che, tra gennaio e inizio febbraio, hanno raggiunto il proprio picco in Italia. L’allarme si è iniziato ad avere quando sono comparse persone con sintomatologie più gravi che, a quel punto, hanno fatto accendere la spia rossa anche nel nostro Paese.

I Servizi sanitari

Il ritardo nella valutazione, poi, si è accumulato alla situazione dei vari servizi Sanitari nelle varie Regioni che, anche per colpa dei tagli alla sanità, si sono trovati a essere impreparati nella gestione di un’epidemia che, nel giro di qualche settimana, si è trasformata in una pandemia globale.

(foto di copertina: da Coffee Break, La7)

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