L’insegnamento di Giovanna Botteri

03/05/2020 di Enzo Boldi

C’è una cosa che ci ha lasciato questa triste pagina di attualità: il mondo dei social sa essere tanto gretto quanto stupido. Le critiche, gli insulti e il body shaming nei confronti di una professionista dell’informazione come Giovanna Botteri sono lo specchio di quanto la rete possa provocare danni. Il suo obiettivo, fin dall’origine, era quello di unire. E così è stato anche per quella lunga catena di cervelli che pensano sia giusto, corretto e sacrosanto denigrare una persona per il suo aspetto fisico che, tra l’altro, è solamente una rappresentazione della quotidianità. Forse il mondo della televisione è ancora ancorato a un concetto di apparenza dettato da donne e uomini iper-truccati, con luci bianche ‘sparate’ sul volto per coprire le cosiddette imperfezioni. Il mondo reale, però, dovrebbe ricordarsi che quelle imperfezioni sono molto più reali di una realtà artificiale.

LEGGI ANCHE > Striscia la Notizia spiega di aver mandato in onda «un servizio a favore di Giovanna Botteri»

L’inviata Rai da Pechino, ha voluto replicare agli insulti ricevuti – anche in seguito a una clip mandata in onda da Striscia la Notizia il 28 aprile scorso – con un messaggio pubblicato sul sito di Usigrai.

«Mi piacerebbe che l’intera vicenda, prescindendo completamente da me, potesse essere un momento di discussione vera, permettimi, anche aggressiva, sul rapporto con l’immagine che le giornaliste, quelle televisive soprattutto, hanno. O dovrebbero avere secondo non si sa bene chi…

Qui a Pechino sono sintonizzata sulla Bbc, considerata una delle migliori e più affidabili televisioni del mondo. Le sue giornaliste sono giovani e vecchie, bianche, marroni, gialle e nere. Belle e brutte, magre o ciccione. Con le rughe, culi, nasi orecchie grossi. Ce n’è una che fa le previsioni senza una parte del braccio. E nessuno fiata, nessuno dice niente, a casa ascoltano semplicemente quello che dicono. Perché è l’unica cosa che conta, importa, e ci si aspetta da una giornalista.

A me piacerebbe che noi tutte spingessimo verso un obiettivo, minimo, come questo. Per scardinare modelli stupidi, anacronistici, che non hanno più ragione di esistere. Non vorrei che un intervento sulla mia vicenda finisse per dare credibilità e serietà ad attacchi stupidi e inconsistenti che non la meritano. Invece sarei felice se fosse una scusa per discutere e far discutere su cose importanti per noi, e soprattutto per le generazioni future di donne».

Giovanna Botteri, il messaggio agli haters

Una lezione non di giornalismo, ma di vita. Giovanna Botteri con questo messaggio ha voluto ribadire come il mondo si concentri spesso su dettagli che sono privi di senso. Il mestiere di un giornalista è quello di raccontare i fatti e lo si può criticare su questo, non sul proprio aspetto fisico. Andare a toccare altri aspetti vuol dire porre l’attenzione su un qualcosa che poco ha a che fare con la professionalità. Forse l’immagine ovattata che lo schermo televisivo ci offre quotidianamente ha impigrito il telespettatore che non ascolta più. Si limita a vedere e giudicare. Non quel che viene detto, ma quel che appare.

(foto di copertina: da Tg1 Rai)

Share this article