No, Massimo Giletti non sta facendo i suoi collegamenti dalla stazione di Barra (Napoli)

Tutto nasce da un articolo satirico a cui, però, in molti hanno creduto. Ma il conduttore di "Non è L'Arena" è veramente in Ucraina

04/04/2022 di Enzo Boldi

Non saper distinguere i contenuti satirici e ironici dalla realtà provoca, spesso e volentieri, la trasformazione di non-notizie in notizie accompagnate dal solito polverone polemico che vive e si alimenta sui social network. E così un post pubblicato qualche giorno fa in cui si “ironizza” sul conduttore di “Non è l’Arena” ha travalicato quel confine tra la realtà e la mistificazione dando vita a un’assurda diatriba. Perché, oltre a negare molti crimini di guerra, c’è chi riesce a negare anche la presenza di un giornalista in una delle città più colpite dai bombardamenti: Odessa. E in tanti hanno iniziato a condividere la non-notizia di un Massimo Giletti che si troverebbe a Barra, più precisamente nella stazione ferroviaria napoletana.

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Tutto parte dalla condivisione satirica (si può leggere esplicitamente in alto) da parte della pagina “Circumvesuviana. Guida alle soppressioni e ai misteri irrisolti” che, tra le altre cose, sponsorizza un libro che porta il nome “Vesuviana state of mind”. E domenica mattina, proprio in un’operazione di ironia social, ha condiviso questo post.

Giletti a Barra Vesuviana state of mind

In alto la scritta “pagina satirica”, ma questo non ha fermato quei complottisti che si sono riversati sui social per sostenere la tesi che in realtà Giletti conduca la sua trasmissione dalla stazione di Barra e non da Odessa.

Giletti a Barra e non a Odessa, la bufala

Ironia dichiarata di una pagina che prova a sdrammatizzare sulla situazione e sulle condizioni della Circumvesuviana. E, nonostante sia chiaro l’intento satirico, molti hanno preso per buona questa notizia. Il tutto, ovviamente, con la classica tattica che si cela dietro le bufale: si toglie dal contesto una notizia (in queso caso una non-notizia) e la si fa circolare sui social seguendo i cliché del cospirazionismo e del complotto.

Questi sono solamente alcuni degli esempi presenti su Twitter. Per tutto il resto basta vedere quel che viene pubblicato scrivendo nella barra di ricerca del social network “Giletti a Barra”. Lì si trova quel substrato complottista che scambia contenuti satirici e ironici per la verità. Parte di quell’analfabetismo funzionale (e digitale) che poi si spinge anche oltre. Perché se sul caso Giletti si può sorridere, fa orrore vedere che quegli stessi profili condividano narrazioni false e manipolatrici sui crimini di guerra che si stanno commettendo in Ucraina.

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