La storia dei 5mila messaggi Whatsapp inviati ai militari ucraini chiedendo la loro resa

Secondo la denuncia del Servizio di sicurezza dell'Ucraina, si tratta di un'operazione di destabilizzazione condotta da bot russi

02/04/2022 di Enzo Boldi

Non c’è da stupirsi, perché si tratta di una dinamica molto simile (seppur con sistemi differenti) che è già stata utilizzata nel corso della guerra in Ucraina, fin dai giorni successivi all’invasione militare ordinata dal Cremlino. I primi a procedere con una operazione analoga era stato il collettivo Anonymous che aveva hackerato le stampanti militari russe per inviare messaggi sul conflitto. Oggi questa vicenda sembra ripetersi a parti invertite, con alcuni bot russi che avrebbero iniziato a inviare migliaia di messaggi Whatsapp alla Polizia e ai militari ucraini chiedendo loro di arrendersi e disertare gli ordini.

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I risvolti di una guerra del terzo millennio, dove anche il lato digitale ha una sua importanza e le nuove tecnologie vengono utilizzate come armi. In questo caso armi morali. A denunciare l’accaduto – spiegando come questa operazione sia stata intercettata e conclusa – è stato il Servizio di Sicurezza dell’Ucraina (SSU) che ha pubblicato sul proprio sito ufficiale anche lo screenshot di uno dei 5mila messaggi inviati a poliziotti e soldati ucraini nel corso delle ultime settimane: «L’esito degli eventi è predeterminato! Siate prudenti e rifiutate di sostenere il nazionalismo e i leader del Paese che si sono screditati e sono già fuggiti dalla capitale!!!».

Bot russi usano Whatsapp per destabilizzare gli ucraini?

Prima dell’intervento contro quelli che sono stati etichettati come bot russi che hanno utilizzato Whatsapp (l’immagine stessa ci fa pensare che si tratti di quell’applicazione di messaggistica istantanea per via delle caratteristiche grafiche, anche se la SSU non l’ha mai nominata e la società madre – Meta – non ha ancora risposto alle domande di VICE su questa vicenda), però, ben 5mila messaggi di testo – sempre con lo stesso testo – erano già stati inviati. Dinamiche della guerra. Inoltre, come si evince dal numero di telefono (parziale) visibile sullo screenshot pubblicato dal Servizio di Sicurezza ucraino, il mittente ha un numero ucraino: quel +380, infatti, è il simbolo di una scheda telefonica registrata nel Paese. Questo perché l’operazione che ha portato alla fine di questa operazione via Whatsapp – con l’intento di destabilizzare le forze ucraine – aveva una sede fisica in quel di Dnipro.

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