L’intervento di Marc Innaro a Che Tempo Che Fa e la versione russa su Bucha

Il corrispondente Rai, tornato a Mosca, ha spiegato quali sono state le parole delle istituzioni russe sul massacro della cittadina intorno a Kiev

04/04/2022 di Redazione

Ci sono state diverse critiche sui social network per quello che ha raccontato, nella serata di ieri, Marc Innaro a Che Tempo Che Fa. Il corrispondente Rai da Mosca, in collegamento con il programma di Fabio Fazio, ha parlato del massacro di Bucha: i giornalisti che hanno potuto visitare la città, hanno mostrato immagini di esecuzioni sommarie, hanno fatto vedere civili raggiunti da colpi di arma da fuoco (e non dai bombardamenti), rafforzando l’ipotesi che, al momento della ritirata russa, ci fosse stata una sorta di soluzione violenta e conflittuale nel rapporto tra l’esercito russo e la locale popolazioni. Le istituzioni ucraine e del mondo occidentale non hanno esitato a definire quello di Bucha un genocidio. Durante la trasmissione di approfondimento di Raitre, tuttavia, il corrispondente della Rai da Mosca ha fornito la versione delle istituzioni russe e degli organi di stampa affiliati al Cremlino.

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Marc Innaro su Bucha, la sua versione a Che Tempo Che Fa

Marc Innaro non ha dato delle impressioni personali su quanto accaduto a Bucha: ha riportato la versione dei media e delle istituzioni russe. Queste ultime hanno detto che la città è stata abbandonata dai russi il 30 marzo, che il 31 marzo il sindaco della cittadina aveva diffuso un video in cui non si vedevano, per strada, cadaveri o fosse comuni e che fino a quando c’erano i russi, a Bucha il rapporto con la popolazione era sereno, addirittura sarebbero stati forniti degli aiuti umanitari.

Le parole di Marc Innaro sono prima state spiegate da Fabio Fazio che, interloquendo con l’ex direttore di Repubblica Ezio Mauro, parlava di un completo ribaltamento della realtà, dettato ovviamente dall’esigenza della propaganda russa di mostrare alla propria popolazione un racconto alternativo rispetto a quello occidentale. Inoltre, a qualche minuto di distanza, il collegamento di un altro inviato della Rai – Ilario Piagnerelli – che si è recato sul posto a Bucha, ha evidenziato come, in città, i corpi esistevano eccome, che sembravano frutto di una vera e propria esecuzione, che l’orrore si era effettivamente impossessato di quel luogo non così distante da Kiev.

Il racconto dalla Russia e le versioni occidentali

Impossibile affermare (come è stato fatto sui social network, subito dopo l’intervento di Innaro) che, a Che Tempo Che Fa, sia stata veicolata una informazione filo-russa. Si tratta dell’analisi del segmento della trasmissione: avere un corrispondente a Mosca significa anche ascoltare il racconto che, nel Paese, permea il mondo delle istituzioni, dei media locali. Significa avere la percezione di quello che viene spiegato alla popolazione russa. Tanto più che quelle indicazioni vengono contestualizzate prima dalla spiegazione di Fabio Fazio sul ruolo della propaganda del Cremlino e poi dalla viva voce di un testimone oculare degli orrori di Bucha, l’inviato Piagnerelli.

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