Il grande biscotto: il Garante apre un’istruttoria sulle nuove policies sui cookies di alcuni giornali

Nella premessa, tuttavia, l'autorità specifica che, in linea di principio, non si vieta la subordinazione dell'accesso del contenuto all'atto di accettare i cookies

21/10/2022 di Redazione

Sempre nel solco di quanto osservato in questi giorni, arriva una ulteriore specifica da parte del Garante della Privacy rispetto a quello che sta accadendo su diverse testate giornalistiche italiane, che stanno aggiornando le proprie policies sui cookies. Stiamo dedicando a questo tema un approfondimento a puntate, chiamato Il grande biscotto. Dopo l’annuncio dei giorni scorsi, con cui il Garante della Privacy aveva annunciato una verifica rispetto a quanto stava accadendo nel panorama dell’editoria italiana, l’autorità ha comunicato che verranno aperte «una serie di istruttorie per accertare la conformità di tali iniziative con la normativa europea».

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Garante sui cookies, l’apertura delle istruttorie

Il tema è quello di subordinare l’accesso ai contenuti del sito gratuiti all’accettazione dei cookies. Molte testate, probabilmente in maniera coordinata, hanno posto questa alternativa ai propri utenti: o l’accettazione dei cookies, o il loro rifiuto ma conseguente a un abbonamento alle testate stesse. Questa indicazione sarebbe mutuata da quanto avvenuto in Francia con il caso di Le Monde.

Il Garante della Privacy spiega che, in base alle linee guida europee, non sarebbe vietato in assoluto individuare un’altra strada per l’accesso ai contenuti: «La normativa europea sulla protezione dei dati personali – viene spiegato – non esclude in linea di principio che il titolare di un sito subordini l’accesso ai contenuti, da parte degli utenti, al consenso prestato dai medesimi per finalità di profilazione (attraverso cookie o altri strumenti di tracciamento) o, in alternativa, al pagamento di una somma di denaro. Ciò in riferimento alle iniziative intraprese negli ultimi giorni da diverse testate giornalistiche on line, siti web e aziende operanti su Internet».

Bisognerà dunque attendere altro tempo per capire se la soluzione prospettata da alcune testate giornalistiche online italiane sia effettivamente in linea con i regolamenti europei.

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