Quando nel 2018 Donald Trump cancellò la visita al cimitero americano di Aisne-Marne, vicino Parigi, si giustificò con la pioggia, ma la verità sembra essere invece nella frase shock di Trump a membri del suo staff che “i soldati morti in guerra sono degli sfigati”. Una motivazione rivelata da un articolo della rivista The Atlantic che sta già creando scalpore e potrebbe creare grossi problemi al presidente nella sua campagna per le presidenziali del prossimo 3 novembre tanto che una portavoce della Casa Bianca ha smentito il contenuto dell’articolo ribadendo che Trump ha il massimo apprezzamento per l’esercito americano.
LEGGI ANCHE > Quelli nella foto con Trump non erano i veri proprietari dei negozi distrutti a Kenosha
La frase shock di Trump nel 2018 a Parigi
La motivazione ufficiale della misteriosa cancellazione della visita al cimitero americano era stata che la pioggia “non permetteva all’elicottero di volare” e che i servizi segreti non lo avrebbero accompagnato fin là in auto. Giustificazioni che secondo The Atlantic erano solo scuse perché in realtà Trump avrebbe rifiutato di visitare il cimitero per non far arruffare i capelli con la pioggia perché, secondo un certo numero di persone presenti, non riteneva importante onorare i soldati americani morti in guerra. E proprio parlando con un membro del suo staff sarebbe arrivata la frase shock di Trump: “Perché dovrei andare a quel cimitero? È pieno di perdenti”. Una frase tremenda, soprattutto se pronunciata dal comandante in capo dell’esercito americano che poi, sempre durante lo stesso viaggio, avrebbe definito gli oltre 1.800 marine morti a Belleau Wood “sfigati” per essersi fatti uccidere.
Frasi che vanno a toccare l’animo dell’esercito americano, visto che proprio la battaglia di Belleau Wood della primavera del 1918 è considerata un momento fondante della storia americana e il terreno su cui è stata combattuta è sacro per i marine. Motivazioni sconosciute a Trump, che nello stesso viaggio avrebbe anche chiesto “chi erano i buoni in questa guerra” ribadendo più volte che non capiva perché gli Stati Uniti fossero scesi in guerra al fianco degli alleati.
Le frase shock di Trump non è una novità
La frase shock di Trump non sono è una novità e anzi riflette pensieri e dichiarazioni che il presidente ha fatto nel corso degli anni e che possono essere rappresentate dal malcelato disprezzo di Trump per il compianto senatore John McCain. Considerato da tutti un eroe per gli oltre cinque anni da prigioniero in Vietnam, McCain è stato vittima degli attacchi di Trump che più volte ha ribadito che per lui l’ex senatore dell’Arizona non era un eroe perché “a me piace chi non si è fatto catturare”. Frasi e atteggiamenti mai apparsi prima nel dibattito politico americano, ma che Trump ha ripetuto durante la campagna del 2016 attaccando i genitori del capitano dell’esercito Humayun Khan, ucciso in Iraq nel 2004. E che il presidente ha ribadito in occasione del funerale proprio di McCain quando, ancora infuriato per il voto contrario dell’allora senatore dell’Arizona che fece fallire il tentativo di cancellare Obamacare, Trump prima si rifiutò di sostenere “il funerale di quel perdente” e poi si infuriò quando vide le bandiere a mezz’asta della Casa Bianca chiedendo ai suoi assistenti: “Perché diavolo lo facciamo? Quello era un fottuto perdente”.