Fontana scarica su ATS la responsabilità dei trasferimenti dei pazienti Covid-19 nelle RSA

Il governatore della regione Lombardia Attilio Fontana allontana da sé qualsiasi responsabilità nella vicenda del trasferimento dei pazienti affetti da coronavirus nelle RSA regionali e scarica le responsabilità sui tecnici di Ats, l’Agenzia di Tutela della Salute della Lombardia. Le sue parole non possono essere interpretate diversamente. Nel corso di un intervento alla trasmissione Mediaset Mattino 5, infatti, Fontana ha dichiarato di essere sereno rispetto all’esito delle ispezioni che hanno accertato violazioni nella disposizione di non trasferire i pazienti Covid nelle case di riposo.

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«Sono stati i nostri tecnici che ci hanno fatto la proposta… e noi ci siamo adeguati – ha detto Fontana -. La responsabilità è dell’Ats sulla scelta delle case di riposo come idonee a effettuare questo servizio». Nella giornata di ieri, dopo i documenti acquisiti dalla Guardia di Finanza in regione Lombardia e dopo le parole del sottosegretario alla Sanità Sandra Zampa – che ha accertato le violazioni rispetto alle disposizioni del governo -, era stato compiuto un passaggio decisivo nella definizione del problema delle morti nelle RSA della regione Lombardia.

Fontana ha ricostruito la genesi di questa proposta dell’Ats, affermando che – in mancanza di posti letto negli ospedali della Lombardia -, si era venuta a creare la necessità di collocare i pazienti Covid meno gravi in altre strutture che potessero beneficiare di una assistenza sanitaria. Da qui l’individuazione di alcune RSA che rispondevano a criteri ben precisi, come la presenza di padiglioni separati che avrebbero tutelato gli ospiti delle strutture non contagiati dal coronavirus. Tuttavia, nei giorni in cui questa decisione veniva presa, le richieste erano state effettuate anche nei confronti di RSA che non rispondevano a questi requisiti.

Insomma, il problema esiste ed è sotto gli occhi di tutti: una settimana fa, i morti conteggiati dall’ISS nelle RSA della regione Lombardia avevano toccato quota 1822. Una cifra enorme che ha sollevato chiaramente la questione. Tuttavia, in base a queste dichiarazioni, si sta assistendo a una sorta di passaggio di responsabilità tra la politica e l’ambito tecnico. Che, in situazioni di emergenza, dovrebbero lavorare insieme e non puntarsi il dito contro.

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