Flixbus accusa, garantiti solo i diritti di chi viaggia con l’AV: «Altro che Dl Rilancio per noi è “Dl Rovina”»

Con il Decreto Rilancio l’intenzione del governo è quella di mettere in circolo 55 miliardi di euro per accontentare tutti. Nonostante le migliori intenzioni, però, ci sono categorie che non sono state nominate e che non riceveranno aiuto. Parliamo di Flixbus, che rappresenta il trasporto privato sulla lunga distanza. «Altro che Dl Rilancio per noi è “Dl Rovina”», ha fatto sapere Andrea Incondi, Managing Director di FlixBus Italia. Nel testo del decreto non si aspettano aiuti per il trasporto privato, facendo notare come in conferenza stampa la ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti non abbia fatto cenno in alcun modo alle aziende di trasporto private, con «il Governo ha scelto di favorire alcuni e di lasciare morire gli altri. Per noi la prima conseguenza è che in queste condizioni i nostri servizi non potranno ripartire».

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«Per noi questo provvedimento è un disastro»

L’accusa di Flixbus è chiara: «Il Governo ha scelto di lasciar morire le aziende private che operano sulla lunga distanza e di favorire aziende che già ricevono finanziamenti pubblici o aziende di Stato, come quelle del trasporto ferroviario e quello aereo». Il risultato di questa scelta è che «le regole della concorrenza verranno travolte e gli effetti saranno devastanti. Capiamo l’emergenza, ma non comprendiamo la scelta deliberata di distruggere il trasporto di bus di linea sulla lunga percorrenza». Al di là delle aziende e dell’enorme quantità di lavoratori che rimarranno a casa, Flixbus sottolinea come «vengono dimenticate decine e decine di aziende che garantiscono collegamenti essenziali per milioni di italiani. […] Non si sta pensando ai cittadini che vivono in aree del Paese poco connesse e per i quali il bus è l’unica garanzia di mobilità. Parliamo di intere regioni: solo con i servizi FlixBus viaggiano 10 milioni di passeggeri l’anno».

«Diritto alla mobilità limitato a chi può permetterselo»

Tramite le tratte Flixbus – e più in generale quelle garantite da chi opera nel settore dei trasporti privati via autobus – è garantito il raggiungimento di luoghi in cui con treni e aerei non si potrebbe arrivare. Proprio quelli su cui vanno puntati gli occhi per far ripartire il turismo del nostro paese: «Siti Unesco e centinaia di splendidi borghi italiani, quei comuni su cui tanto si pensa di investire anche per la ripresa del turismo, un settore che senza trasporti economicamente accessibili non potrà mai risollevarsi. Il diritto alla mobilità non può essere limitato solo a chi può permetterselo. Qualcuno se ne rende conto o i diritti valgono solo per i viaggiatori dell’alta velocità?».

(Immagine copertina da Pixabay)

 

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