Tre italiani su quattro pensano che con l’AI ci sarà un’informazione di minore qualità

Il terzo rapporto Ital Communications-CENSIS mette in evidenza la percezione degli italiani sulle fake news e sull'informazione

03/08/2023 di Enzo Boldi

Mentre in Italia si è aperto il dibattito sulla figura del “Garante dell’informazione”, introdotta dal DPCM sulla riforma delle Agenzie di Stampa pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 27 luglio, l’ultimo rapporto Ital Communications-CENSIS sulla percezione della disinformazione nel nostro Paese ha aperto, per la prima volta, alla stretta correlazione tra le fake news e lo sviluppo di sistemi AI. L’intelligenza artificiale, da molti italiani vista come uno slancio positivo a supporto del lavoro del giornalista, continua a preoccupare in termini di veridicità delle informazioni che si possono e si potranno trovare all’interno di organi di stampa e similari.

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Il terzo rapporto annuale Ital Communications-CENSIS conferma un trend già evidenziato nel corso delle due precedenti rilevazioni: molti italiani – fin dai tempi della pandemia COVID – si informano attraverso le risorse messe a disposizione sul web. I cosiddetti media tradizionale (ovvero tv, radio e carta stampata) sono stati nettamente superati (come mezzi di informazione primaria) dai siti online. Internet, però, non è solamente luce. Perché, anche a causa dell’utilizzo improprio e sproporzionato di social network e app di messaggistica istantanea, moltissimi italiani hanno sempre più difficoltà nel valutare la veridicità di quel che leggono online.

Tre generazioni che, seppur con lievi differenze, sembrano avere all’incirca le stesse difficoltà nello scoprire una fake news. Anche perché, in molti casi, la “viralità” incontrollata sui social va ben oltre l’indice di affidabilità di una testata o di una pagina. Il 61,1% degli italiani, secondo questa indagine, ritiene di avere solo parziali competenze per poter distinguere autonomamente il falso dal vero. Il 20,2% sostiene di non essere in grado di farlo e solo il 18,7% di ottimisti ritiene di potersi districare abilmente in questo labirinto tra l’informazione e la disinformazione.

Fake news e AI, il rapporto Ital Communications-CENSIS

Ed è proprio questo il tema che, ovviamente, rischia di veder rimescolate ancor di più le sue carte alla luce dell’introduzione di sistemi basati sull’intelligenza artificiale. Come abbiamo più volte approfondito, il connubio tra fake news e AI va spesso di pari passo. Non per colpe della tecnologica, ma per gli abusi che vengono fatti.

Oltre il 75% degli italiani, infatti, è convinto che con l’AI sarà ancora più difficile controllare la qualità (dunque anche la veridicità) dell’informazione. D’altro canto, il 58,9% sostiene gli strumenti di intelligenza artificiale saranno in grado di supportare il lavoro dei giornalisti. Princìpi che non sono in contraddizione tra di loro, proprio per l’assunto iniziale: non si deve demonizzare lo sviluppo tecnologico, ma bisogna puntare a un uso etico (e deontologico) dei nuovi strumenti messi a disposizione dallo sviluppo.

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