Confermata la condanna per Fabrizio Miccoli: «Estorsione aggravata dal metodo famoso»
09/01/2020 di Enzo Boldi
Il ricorso sarà presentato nei prossimi giorni, ma per Fabrizio Miccoli non è una bella notizia. La prima sezione penale della corte d’Appello di Palermo, presieduta da Massimo Corleo, ha confermato la condanna per ‘estorsione aggravata dal metodo mafioso’ nei confronti dell’ex calciatore del Palermo. In passato, era finito nel mirino anche per un’intercettazione in cui insultava il giudice Giovanni Falcone e la sua memoria, definendolo ‘fango’. Parole che vennero scoperte e rese pubbliche proprio durante il primo grado del processo in corso.
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I fatti contestati a Fabrizio Miccoli risalgono al 2015 e coinvolgono anche il figlio di un boss mafioso, Mauro Lauricella. Secondo l’accusa, l’ex calciatore del Palermo e della Nazionale, si sarebbe rivolto alla criminalità organizzata per ‘pretendere’ la restituzione di 20mila euro da un imprenditore locale che aveva acquistato la discoteca Paparazzi di Isola delle Femmine da un suo amico. E proprio questo rivolgersi al figlio di un boss della mafia siciliana ha fatto scattare l’aggravante del ‘metodo mafioso’.
Fabrizio Miccoli condannato anche in Appello
Commentando a caldo la condanna in Appello, uno dei legali di Fabrizio Miccoli ha annunciato l’immediato ricorso in Cassazione. Secondo l’avvocato Giovanni Castronovo, infatti, l’ex calciatore ha pagato in Sicilia per via di quella frase su Giovanni Falcone: «Faremo ricorso per Cassazione certi che almeno a Roma troveremo un giudice scevro da condizionamenti esterni che possa acclarare l’estraneità dell’ex capitano rosanero rispetto all’intera vicenda».
La tesi difensiva
Insomma, secondo la difesa dell’ex calciatore, la condanna è frutto del malcontento siciliano per quell’insulto rivolto al giudice Giovanni Falcone. Inoltre si proverà a far leva sull’iniziale proposta di di archiviazione presentata dalla Procura nei confronti di Miccoli, poi rigettata. Fino al processo e alla doppia condanna in primo grado e in Appello.
(foto di copertina: da commons Wikipedia)