Ezio Bosso, che amava la musica ma proprio non sopportava il pietismo

Perché, se c’era la sua musica a emozionare, si ricercava di amplificare queste stesse emozioni con il pietismo? Era proprio qualcosa che mandava in bestia Ezio Bosso, che oggi – all’età di 48 anni – è morto nella sua casa di Bologna. Il musicista, pianista e compositore, aveva da tempo affermato che avrebbe smesso di suonare il pianoforte a causa della sua malattia che gli impediva una completa funzionalità delle mani. Tuttavia, quando a settembre del 2019 ribadì questo concetto alla Fiera del Levante di Bari si alzò un polverone mediatico, che puntava alla pancia del lettore e dello spettatore. Ezio Bosso non può più suonare. Ezio Bosso non farà più musica.

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Ezio Bosso e quell’odio verso il pietismo di giornali e televisioni

Fu un suo intervento sui social network a spegnere le polemiche: «Non faccio più concerti da solo al pianoforte perché lo farei peggio che mai e già prima ero scarso – aveva risposto piccato -, cosa che avevo già annunciato 2 anni fa. Mi addolora quando si insiste col pianoforte perché non so dire di no, faccio molta fatica e non ho abbastanza qualità. Ma soprattutto perché non si vede la bellezza di altro, quello per cui lotto».

Insomma, la sua sindrome autoimmune che aveva caratterizzato la seconda parte della sua carriera, almeno dal 2011, rappresentava un problema per la sua attività di musicista nella misura in cui veniva utilizzata dagli altri per suscitare pietismo. Forse per qualche click o per qualche spettatore in più. Forse per alimentare la leggenda di un personaggio che non aveva certo bisogno di questo per dimostrare la sua grandezza. Uno dei compositori più innovativi della musica italiana, lui che sapeva esprimere al meglio un filone non sempre ben riuscito (i casi diversi di Luigi Einaudi e di Giovanni Allevi lo dimostrano), quello della musica classica applicata all’intrattenimento e al ‘pop’.

Il pietismo non era il sentimento più apprezzato a casa Bosso. Anzi era un qualcosa che gli dava davvero fastidio. Amava la musica e le emozioni che suscitava nel suo pubblico. Il resto non contava.

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