Il governatore della Toscana indagato per turbativa d’asta

17/06/2020 di Enzo Boldi

Il governatore della Toscana, Enrico Rossi, ha ricevuto un avviso di garanzia con un’ipotesi di reato: turbativa d’asta. L’inchiesta della magistratura riguarda una gara d’appalto per i bus del trasporto pubblico locale (Tpl) e coinvolgerebbe altre sei persone: due dirigenti regionali che si occupano dell’ufficio gare, e la commissione del bando di gara vinta da Autolinee toscana, a discapito della concorrente Mobit.

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La notizia è stata pubblicata questa mattina da alcuni quotidiani, ed Enrico Rossi l’ha ufficializzata sui propri canali social, respingendo però ogni accusa. «Le accuse sono infamanti e ridicole. Aspetto il momento giusto per procedere a querelare i calunniatori a cui consiglio di prepararsi a pagare per le loro diffamazioni. Per quanto mi riguarda l’accusa è di avere rilasciato, il 13 novembre 2015, dichiarazioni sull’esito provvisorio della gara, prima della sua conclusione formale».

Enrico Rossi indagato per turbativa d’asta

Ed è lo stesso governatore della Regione Toscana a fare chiarezza sull’accusa ricevuta, indicandola nel tempo: «In realtà, coloro che hanno presentato l’esposto nascondono il fatto che la notizia già da un mese era di pubblico dominio e che la stampa e le agenzie nazionali l’avevano ampiamente riportata, poiché la seduta della commissione per l’apertura delle buste era stata pubblica, come prevede la legge, e quindi tutti erano a conoscenza del risultato».

L’accusa respinta

Secondo Enrico Rossi, l’esposto contro di lui è partito dal consorzio che ha perso quel bando di gara, Mobit, sul trasporto pubblico locale. Il governatore toscano ha sottolineato che si tratta di una vicenda che va avanti da anni e che già in passato furono respinti dalla giustizia amministrativa tutti i ricorsi e le contestazioni fatte su quell’appalto per i bus TPL.

(foto di copertina: da Tagadà, La7)

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