Zelensky ha detto che Draghi è d’accordo per sanzionare la Russia sullo SWIFT

Il tweet del presidente ucraino sembra imprimere una svolta a quello che dovrebbe essere un passaggio cruciale nell'erogazione delle sanzioni alla Russia

26/02/2022 di Redazione

Il sistema dello SWIFT è fondamentale, lo abbiamo detto, per le comunicazioni telematiche tra istituti bancari. La sua portata è globale: 11mila istituti finanziari di 200 Paesi hanno aderito per interloquire tra loro. Noi vediamo quotidianamente gli effetti delle comunicazioni via SWIFT attraverso i codici alfanumerici composti da 8-11 caratteri che servono per mettere in connessione la nostra banca con altri istituti in tutto il mondo. Va da sé che la Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication risulta fondamentale per le transazioni economiche, da quelle più corpose a quelle minime. Per questo è così importante e per questo ci sono state resistenze da parte dei Paesi europei nell’applicare la sanzione dell’esclusione da questo sistema di comunicazione alla Russia. Oggi, però, a quanto pare, si registra una svolta: il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha comunicato di aver parlato con il premier italiano Mario Draghi e di aver trovato una convergenza sulle sanzioni relative allo SWFT.

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Draghi d’accordo su sanzioni SWIFT, il tweet di Zelensky

La comunicazione via social del presidente ucraino, in questi giorni, è stata molto frenetica. L’ha utilizzata come vero strumento di pressione: essendo una voce dall’interno di un territorio occupato, infatti, veniva percepita come la voce di una istituzione, rappresentante di milioni di cittadini ucraini, in difficoltà. Per questo qualsiasi tweet di Zelensky assumeva un carico di significato maggiore, sempre più alto, sempre con maggiore diffusione. Aveva fatto scalpore, ad esempio, il tweet con cui aveva gelato Draghi, affermando che avrebbe trovato il tempo per parlare con il presidente del Consiglio italiano spostando l’agenda delle azioni di guerra da cui l’Ucraina era purtroppo bersagliata. Ora, ha di fatto sostituito e anticipato la comunicazione istituzionale italiana, mettendo sul tavolo un passaggio da cui è difficile arretrare: «Questo è l’inizio di una nuova pagina nella storia dei nostri stati, Ucraina e Italia. Mario Draghi in una conversazione telefonica ha sostenuto la disconnessione della Russia da SWIFT, la fornitura di assistenza alla difesa. L’Ucraina deve entrare a far parte dell’UE».

Le maggiori resistenze di alcuni Paesi dell’Unione Europea, tra cui l’Italia, fino a questo momento erano dovuti al fatto che il blocco del sistema SWIFT per la Russia avrebbe definitivamente compromesso l’approvvigionamento energetico (la causa va ricercata a monte, appunto, al livello delle transazioni economiche che regolano questi scambi) che arriva da Mosca. A quanto pare, però, l’idea del blocco di questo sistema automatizzato che mette in connessione le banche di tutto il modo ha un sostenitore in più: Mario Draghi, come riportato direttamente da Zelensky.

Foto IPP/zumapress – Vienna

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