Il becero tentativo di screditare la foto simbolo dell’invasione dell’Ucraina associandolo a una fuga di gas del 2018

È una ricostruzione completamente sbagliata: giornalisti sul campo hanno intervistato Olena Kurilo, che ha aperto diverse edizioni di ieri. Non c'entra nulla con l'esplosone di gas a Magnitogorsk

26/02/2022 di Gianmichele Laino

Frequentando alcuni account Twitter con diverso seguito, ma anche alcune chat Telegram, si scopre che è in atto un vero e proprio tentativo di screditare una delle immagini simbolo di questi primi giorni di invasione della Russia in Ucraina. Nella fattispecie, si contesta la foto di apertura di diverse edizioni di quotidiani nella giornata di ieri (ad esempio, è stata la foto scelta da Repubblica e dal Corriere della Sera per il loro numero del 25 febbraio), quella che ritrae l’insegnante ucraina Olena Kurilo con il volto insanguinato e con il capo bendato. Si dice che questa fotografia sarebbe stata estrapolata da un altro contesto: non una esplosione causata da un bombardamento a Chuhuiv, ma un crollo causato da una fuga di gas nella città russa di Magnitogorsk, avvenuta il 31 dicembre del 2018.

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Foto donna insanguinata in Ucraina: non c’entra nulla una fuga di gas del 2018

Perché, innanzitutto, viene messa in dubbio la veridicità della foto della donna in circolazione? Semplicemente perché esistono due scatti, uno realizzato da Anadolu Agency – un’agenzia fotografica che sta documentando la crisi ucraina – e che è stato catturato dal fotogiornalista Wolfgang Schwan -, l’altro dall’AFP che ha anche realizzato un’intervista alla donna nella foto. Le foto sono state scattate quando la donna aveva addosso due medicazioni diverse. E questo ha generato una voluta confusione sul web:

Olena Kurilo  foto donna ucraina

Non c’entra nulla l’esplosione di Magnitogorsk

A questo si aggiunge che, a due foto diverse, vengono attribuiti – sempre erroneamente – due situazioni diverse. Non l’esplosione in un palazzo nella cittadina ucraina di Chuhuiv (un luogo da cui sono arrivate le primissime immagini di alta qualità dell’invasione dell’Ucraina, scattate da fotoreporter e dagli inviati di guerra), ma – si dice sui social network – la fuga di gas nella città russa di Magnitogorsk, al confine con il Kazakistan. L’esplosione è avvenuta il 31 dicembre del 2018 ma – come si può vedere da questo reportage della BBC contenente ampia documentazione fotografica – il palazzo colpito dall’esplosione causata dalla fuga di gas è molto diverso rispetto a quello immortalato dai reporter di guerra come sfondo all’immagine di Olena Kurilo.

L’esplosione in Ucraina, invece, risale esattamente al 24 febbraio, e il video è stato ripreso alle 8.04 del mattino – ora locale – da diversi reporter che si erano recati a Chuhuiv.

Ma stiamo davvero pensando che lo stato dell’informazione mondiale sia talmente tanto inquinato che nemmeno i giornalisti che, tutti i giorni, rischiano la vita per documentare quello che sta accadendo in Ucraina dopo l’invasione russa sappiano riportare correttamente quello che vedono, quello che scattano, quello che riprendono?

Possibile che esistano tweet come questo?

Davvero è così semplice confondere – e accattivarsi la fiducia – degli utenti sui social network mettendo insieme foto posticce di luoghi soltanto in apparenza simili tra loro, una luce compatibile e una teoria del complotto direttamente dallo schermo del proprio computer, lontani dagli scenari di guerra da dove possono arrivare, al contrario, informazioni di prima mano?

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