La “manina” irlandese: l’emendamento sul Garante Privacy in una legge sui Tribunali

La modifica è stata inserita all'ultimo minuto all'interno di un testo che si occupava di ben altro

27/06/2023 di Enzo Boldi

In Italia siamo abituati al decreto milleproroghe, la summa massima di quel mix di normative inserite in un unico pacchetto che il Parlamento deve approvare. Ma la storia del nostro Paese è stata spesso condita dall’inserimento di emendamenti last minute – spesso inseriti nei faldoni dalla famosa “manina” – che poco o nulla avevano a che fare con il disegno di legge in esame. Un vizio italiano? No, perché le notizie che arrivano dall’Irlanda confermano come questo malcostume sia universale. L’ultimo caso riguarda un emendamento presentato dal governo di Dublino per dare maggiori poteri discrezionali – in termini di “riservatezza delle indagini” – al DPC (l’equivalente del nostro Garante Privacy) irlandese.

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Non sappiamo, in questo caso, di chi sia stata la “manina” che ha inserito all’ultimo questo emendamento. Tutto ciò provoca, ancor di più, polemiche e critiche. Sta di fatto che il Parlamento è stato chiamato ad approvare una legge sulla riforma dei Tribunali e del diritto civile al cui interno è stata apportata una modifica che permette al DPC irlandese di decidere quali informazioni possano essere divulgate in merito alle denunce ricevute (ai sensi del GDPR) e alle inchieste in corso. In particolare, quelle che ovviamente riguardano le aziende Big Tech (dato che, per questioni meramente fiscali, molte di loro hanno scelto Dublino e dintorni per aprire la propria sede di rappresentanza legale in Europa).

DPC irlandese, l’emendamento a una legge “innocua”

E chi violerà queste disposizioni sarà sanzionato fino a 5mila euro. Dunque, se il DPC irlandese deciderà di mettere il bollino “confidenziale” su un faldone, nessuno – neanche il denunciante – potrà parlare di una querela presentata nei confronti di qualcun altro. Al netto delle critiche a questa normativa, occorre sottolineare un aspetto. Il governo di Dublino, con un colpo di “manina”, ha deciso di inserire questo emendamento all’ultimo minuto, prima dell’ultima discussione in Aula. E lo ha fatto inserendolo all’interno di un disegno di legge che non ha nulla a che vedere con il Garante Privacy.

Infatti, parliamo della legge 84 del 2022 che si chiama “Courts and Civil Law Bill 2022“. Il testo originale, infatti, non prevedeva interventi di questo tipo, ma solamente alcuni aspetti relativi alle funzioni del Garante Privacy. Nello specifico – all’interno dell’introduzione del documento – si legge:

«Prevedere che la Commissione per la protezione dei dati possa emettere un richiamo a un responsabile del trattamento o responsabile del trattamento in determinate circostanze e prevedere che il tribunale distrettuale abbia giurisdizione, in concomitanza con la Circuit Court e l’Alta Corte, per ascoltare e determinare un’azione intrapresa da un interessato in relazione ai suoi diritti ai sensi del Regolamento sulla protezione dei dati e, per questi e altri scopi, per modificare il Data Protection Act 2018». 

Nessun riferimento a poteri speciali da mettere nelle mani del DPC irlandese. Nessun riferimento alla possibilità di dichiarare riservate alcune informazioni rispetto ad altre. Questi aspetti, infatti, sono stati introdotti grazie a quell’emendamento last minute.

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