Qual è il senso di avere un doppio profilo su Instagram? Alla scoperta di una nuova tendenza

Sempre più ragazzi, principalmente appartenenti alla Gen Z, hanno un secondo profilo su Instagram: uno ufficiale e uno in cui possano sentirsi liberi di pubblicare ciò che vogliono, senza il peso della «vetrina». Ma da dove nasce questa tendenza e perché è sempre più diffusa?

14/08/2022 di Giorgia Giangrande

Perché gli adolescenti dovrebbero sentire il bisogno di avere un doppio profilo su Instagram? Ebbene sì, sempre più giovani appartenenti alla generazione Z – e in particolare quelli di età compresa tra i 13 e i 20 anni – hanno ben due profili su Instagram: uno per condividere ciò che è convenzionalmente instagrammabile e un secondo per condividere ciò che invece è real life con sole persone selezionate.

E quindi: selfie venuti malissimo, foto del proprio gatto, stories spontanee con foto sfocate e video non pensati, non calcolati, non aderenti ad un particolare canone di perfezione o ad un ben organizzato piano editoriale. Questo è il motivo per cui la tendenza è sempre più in crescita: perché quel secondo profilo rappresenta, per molti, quanto di più lontano dalla vetrina del profilo principale e quanto di più vicino alla propria comfort zone, nella sua trasposizione online.

In questo articolo, proveremo a dare un contesto ad una tendenza in forte crescita negli ultimi tempi in Italia, ma che – in realtà – risale già a molti anni fa, quando il fenomeno ha iniziato a svilupparsi nel 2015  oltreoceano.

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Il doppio profilo su Instagram si chiama «Finsta»

Che il doppio profilo su Instagram per gli americani si chiami «Finsta» non è detto che i giovani italiani che ne hanno uno lo sappiano. Ma quando si parla di qualcosa è opportuno fornire ogni elemento necessario alla comprensione. Specie quando si parla di qualcosa in via di sviluppo, come la tendenza in questione.

Finsta è la tendenza di avere un doppio profilo su Instagram: uno convenzionale accessibile ai propri familiari e conoscenti e uno privato, dove ci si mostra senza veli e dove non si sente il peso della vetrina-Instagram. La tendenza si era sviluppata negli Stati Uniti diversi anni fa. Un articolo di Insider del 2015 titola: «Gli adolescenti hanno account Instagram segreti chiamati Finsta che condividono solo con i loro amici più stretti».

Se negli Stati Uniti si tratti oramai un fenomeno piuttosto diffuso, tanto che lo scorso ottobre il senatore Richard Blumenthal si è reso protagonista anche di una gaffe, in Italia, dopo una scrupolosa ricerca è emerso che gli ultimi approfondimenti sul tema risalgono a 4/5 anni fa, quando, invece, sembra che proprio in questi ultimi tempi stiano emergendo sempre più secondi profili su Instagram. 

In Italia, nel 2018, ne aveva parlato Mega Marketing definendolo un account Instagram utilizzato da adolescenti e giovani adulti per documentare più post veri e sinceri che condividono solo con amici intimi. Poi, silenzio. Come se il fenomeno si fosse distolto nel nulla.

Ma non c’erano già le «storie per gli amici più stretti»?

Quando qualche tempo fa ho incontrato mia cugina di 13 anni, mentre le sedevo accanto, l’ho vista switchare dal suo profilo pubblico – quello in cui la seguo – e un altro, con soli 15 follower. Immediatamente, da Gen Z datata quale sono, ho pensato fosse un profilo fake non corrispondente alla sua identità. Qualche domanda dopo, invece, ho collegato tutto: si trattava di un Finsta. Nel primo profilo, mia cugina di 13 anni è seguita dai parenti, dai genitori, dai compagni di scuola e dai conoscenti. Nel secondo, profilo rigorosamente privato, solo dalla sua più stretta cerchia di amici. Quello che un tempo, per i Millennials e per i datati della Generazione Z era Facebook. Ma forse anche qualcosa di più. Perché è vero che su Facebook inizialmente non c’erano filtri, ma gli «amici» di Facebook non erano mai veramente tutti «amici» nella vita reale.

Nel doppio profilo Instagram, invece, è altamente probabile che quelle 10-20 persone a cui consenti di vedere i tuoi contenuti nella loro forma più autentica siano davvero tutti i tuoi «amici».

Leggendo quest’articolo, arrivati a questo punto, vi starete domandando: «Ma scusa, non esiste già la lista degli amici più stretti con cui condividere le storie?». Ok, magari non ve lo state domandando, ma magari sì e allora è giusto partire da quella lista per cominciare a comprendere il senso dei Finsta. Evidentemente, a chi ha creato un doppio profilo su Instagram non bastava più poter pubblicare soltanto le stories per gli amici più stretti. Magari voleva pubblicare anche i post con questo carattere «esclusivo», forse voleva creare delle storie in evidenza che rimanessero, ma che solo i selezionati potessero visualizzare.

In questo fenomeno,  si intravede qualcosa di più di un semplice trend del momento da cavalcare.

Il doppio profilo su Instagram apre strade possibiliste: potrebbe essere una soluzione ai sentimenti di inadeguatezza sulla piattaforma (di cui Instagram è a conoscenza); potrebbe andare incontro ai problemi di insicurezza derivanti dal continuo confronto con le vite altrui, che sembrano sempre più entusiasmanti, più eccitanti, più piene, più wow della nostra. Potrebbe riscattare anni e anni passati a editare foto, ad applicare i filtri, a regolare luminosità, contrasto, esposizione e saturazione alla ricerca del risultato perfetto. Inoltre, questa conclusione si ricollega alla ricerca di naturalezza della Gen Z che già qualcuno stava tentando di realizzare nel proprio profilo-vetrina.

Ma niente niente questa Generazione Zeta – silenziosamente e senza far torto a nessuno –  sta realizzando quel famoso cambiamento che in tanti avrebbero voluto vedere nel mondo social? (semicit)

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