Le strategie dei social network per proteggere i minori sono davvero efficaci?

Il braccio di ferro tra genitori apprensivi e social network, considerati pericolosi per i minori e non solo, va avanti da tempo. Trovare dei compromessi per quanto difficile potrebbe essere possibile.

11/08/2022 di Giordana Battisti

I social network utilizzati dai più giovani, come Snapchat e TikTok, si impegnano sempre di più per garantire la sicurezza delle proprie piattaforme rendendole adatte anche all’utilizzo da parte di ragazzi minorenni che, per esempio, possono frequentare social come TikTok. Spesso questa richiesta di politiche dei social a difesa dei minori risponde a un’esigenza espressa dai genitori di questi giovani utenti, un dato sicuramente rilevante che dimostra una certa apprensione (spesso motivata) dovuta alle insidie del mondo dei social network. Vediamo quanto sono davvero efficaci queste strategie messe in atto dalle principali piattaforme.

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La strategia di TikTok per garantire la sicurezza dei più giovani

TikTok è sicuramente al centro di questa discussione sulla sicurezza dei minori, essendo il più popolare al momento, ed è dunque il social media più tenuto a rispondere a questa richiesta crescente di tutela dei minori e farlo non è affatto facile. TikTok consente di creare un account personale ai maggiori di 13 anni, così come per Facebook e Instagram. Nell’App Store TikTok è classificato 12+, il che permette ai genitori di bloccare il download dell’app dalle impostazioni del dispositivo. Nonostante infatti TikTok richieda ai nuovi iscritti di inserire la data di nascita completa anziché di scegliere una data di nascita da un menù prestabilito c’è sempre un margine di utenti che pur di iscriversi dichiarano il falso. TikTok inoltre si impegna a sospendere gli account di quanti vengono segnalati come minori di 13 anni. Inoltre, TikTok mette in atto altre strategie utili a proteggere le fasce d’età più esposte ai rischi dei social, per esempio bloccando l’utilizzo della messaggistica diretta. Inoltre, gli account di quanti dichiarano di avere un’età compresa tra i 13 e i 15 anni vengono impostati automaticamente su “privato”. Anche Instagram, in modo del tutto simile, rende automaticamente privato l’account dei minori di 16 anni.

Quanto sono efficaci queste politiche dei social a difesa dei minori?

Queste politiche, per quanto utili, sembrano non convincere del tutto i genitori. Una delle difficoltà è sicuramente la relativa facilità con cui è possibile, per esempio, dichiarare il falso per creare un profilo su uno dei social network più in voga. I genitori mirano spesso ad avere un controllo totale di quello che i propri figli fanno o guardano sui social, ma questo è quasi impossibile. Una delle difficoltà è data anche dalla varietà dei social network utilizzati dai giovani, con almeno un profilo per ognuno. Un’altra preoccupazione, e sicuramente la più rilevante, sarebbe rappresentata dall’algoritmo stesso di TikTok o delle piattaforme di Meta, spesso responsabile dell’insorgere di problemi psicologici o di salute nei più giovani. Questo è quanto sarebbe emerso da una ricerca interna a Meta condotta da Frances Haugen, una ex dipendente di Meta.

 

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