Diodato e quel vestito da favorito di Sanremo 2020 cucito addosso

Diodato era ben consapevole di aver indovinato il brano per questo Sanremo 2020. In conferenza stampa aveva mostrato sicurezza e aveva usato parole forte per descrivere la sua Fai rumore«Mi hanno detto hai scritto la mia canzone, questo è bellissimo – ha detto Diodato -. Quando si scrive la propria intimità è qualcosa che puzza di te, ma forse è proprio in quella sincerità lì che trovi un legame con tutti gli altri. Mi ha ricordato quando ero ragazzino e ascoltavo la musica degli autori che amavo. Quando oggi mi hanno scritto questa cosa è un grande premio. Ringrazio la stampa per le recensioni positive».

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Diodato, la consapevolezza di essere il favorito

Ecco le parole per descrivere la sua esperienza al Festival di Sanremo: «Sono felice perché ho portato me stesso, il premio più grande è proprio essere riconosciuti e capiti. La gente che mi dice sei sempre stato così è la gente se ne accorge. Questo è già un grande premio. Vengo da un album importante e questa è la dimensione dove mi trovo meglio. Viene fuori la mia anima rock and roll e io sono uno che ama la mia musica». 

Diodato è nato ad Aosta ma ha vissuto per tantissimi anni a Taranto, la sua città, quella che sente ancora sua nonostante sia stato trapiantato a Roma: «Sono anni che lotto per la mia Taranto e la situazione dell’Ilva è inaccettabile per un paese civile – ha ricordato Diodato -. Da quando sono direttore artistico del primo maggio di Taranto ho capito ancora di più quanto sia importante quella manifestazione. Quanto ti senti meno invisibile e ti accorgi che gli altri ti vedono tu ti senti un po’ più importante e forse non accetti di farti calpestare in quel modo».

Il significato del Festival per Diodato

Un uomo consapevole dei suoi mezzi, ma che pure è esploso in ritardo sulla tabella di marcia: «Tutti mi dicevano cavolo che voce che hai, mi frenava un po’ la paura perché alcune emozioni sono pericolose e ci si può avvicinare anche al dolore. Con la musica ho imparato a conoscere il dolore. Ora ho imparato a dire che la musica e meravigliosa e devo ringraziarla per avermi salvato la vita».

Il Festival è già per lui una nuova partenza: «Credo che questo Festival sia importante, ci credo tanto e mi sento compreso da me stesso. Io mi sento un maratoneta e voglio invecchiare con la mia musica. Voglio utilizzarla come una crescita umana. Ho capito che questa può essere la chiave giusta e questo mi lega alle persone».

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