Decreto influencer, se la pubblicità occulta è rivolta ai minori le sanzioni sono più alte

Quello che la stampa italiana ha soprannominato "decreto influencer" prevede multe molto più salate per la pubblicità occulta rivolta a un pubblico di minori

13/03/2023 di Ilaria Roncone

Contro la pubblicità occulta influencer fatta attraverso siti e social è stato fatto un ulteriore passo nella protezione dei consumatori e, ancora di più, dei minori. Il Consiglio dei Ministri ha infatti approvato un decreto legislativo per l’attuazione della direttiva Ue 2019/2161 che va a modificare quella del Consiglio 93/13/CEE insieme a quelle del Parlamento e del Consiglio 98/6/CE, 2005/29/CE e 2011/83/UE). I rischi della pubblicità nascosta che fanno gli influencer sono ormai stati confermati da diversi studi – il primo commissionato dall’Ue già nel 2018 e poi aggiornato di recente poiché si tratta di una materia che evolve tanto rapidamente quanto gli aggiornamenti e i nuovi strumenti che i social forniscono ai creator -. In particolar modo, si può parlare di una sezione decreto influencer minori dedicata all’inasprimento delle multe per coloro che si rivolgono – con la pubblicità nascosta – ai minori di 18 anni.

Nello studio pubblicato il 16 febbraio scorso (“The impact of influencers on advertising and consumer protection in the Single Market”) si legge come le implicazioni che l’influencer marketing comporta non possano più essere messe sotto il tappeto e sottovalutate e, anzi, «ne vanno ponderati attentamente i rischi». In Italia ne abbiamo iniziato a parlare come “decreto influencer” ma è bene comprendere che l’area di intervento è molto più vasta di quella che comprende l’azione dei soli creator con molti follower, andando senz’altro a cambiare le regole del loro modo di fare pubblicità – questo sì – ma non solo le loro.

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Decreto influencer minori e quali meccanismi vengono presi di mira

Sono diversi gli ambiti di azione di questo provvedimento, che comprende anche una stretta per le recensioni false. La protezione dei consumatori passa necessariamente per la regolamentazione delle campagne promozionali degli influencer. La cosiddetta “Direttiva Omnibus” (Direttiva UE 2019/2161) punta – come si legge sulla pagina del Mise dedicata – a «rafforzare la tutela dei consumatori nel caso di clausole vessatorie, pratiche commerciali scorrette, concorrenza sleale o comunicazioni commerciali non veritiere» andando a «garantire la massima armonizzazione a livello europeo nella tutela dei consumatori, adeguando altresì le previsioni normative alle evoluzioni soprattutto dei modelli di business e delle transazioni on-line».

Il punto, secondo le nuove direttive, è che questi messaggi pubblicitari occulti facilmente mascherabili da parte degli influencer non devono più risultare tali. Si punta, così, a una maggiore trasparenza dell’informazione nei confronti dei consumatori (negli annunci in cui c’è una riduzione di prezzo del prodotto dovrà essere chiaramente indicato anche «il prezzo più basso praticato dal professionista nei 30 giorni precedenti», si legge sul Mise).

Vengono prese di mira anche «le pratiche commerciali scorrette con l’introduzione di una nuova tipologia qualificabile come pratica ingannevole nel caso di promozione di un bene, in uno Stato membro, come identico a un bene commercializzato in altri Stati membri, sebbene significativamente diverso per composizione o caratteristiche (c.d. dual quality)». Aumentano, infine, anche le multe in caso di pratiche commerciali scorrette (da 5 a 10 milioni di euro del masimo edittale delle sanzioni Agcom).

Le sanzioni maggiorate se vengono coinvolti i minori

Nell’ambito di un’azione che dura da tempo – con la Commissione Ue che cerca di regolamentare e far garantire maggiore trasparenza da parte di chi pratica influencer marketing – lo scopo di questa direttiva acquisita è anche quello di garantire una maggiore protezione ai minori.

Come si legge anche su Agenda Digitale in un articolo scritto dal legale Antonio Polimeni, le multe che puniscono la pratica commerciale scorretta rivolta a un pubblico di minori variano da 5 mila (sanzione minima) a 50 mila euro. Il caso più eclatante potrebbe essere lo youtuber, ad esempio, che viene pagato per pubblicizzare videogiochi e che non lo fa in maniera trasparente.

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