Cosa cambia per i content creators dopo l’approvazione del ddl Concorrenza

Insieme al disegno di legge è stato approvato anche l'emendamento dedicato proprio ai creatori di contenuti digitali

05/08/2022 di Enzo Boldi

Un riconoscimento ufficiale che dà vita a una regolamentazione del settore. Con l’approvazione definitiva del testo finale del ddl Concorrenza, in Italia si può parlare ufficialmente della figura dei content creators. La legge è diventata realtà il 2 giugno, con il Senato che ha approvato – in ultima lettura – l’intero testo all’interno del quale era stato inserito (previa approvazione) anche una modifica a un articolo, il 28.

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L’emendamento approvato e inserito all’interno della legge annuale per il mercato e la concorrenza (che ha ottenuto il via libera, in ultima lettura, anche al Senato) va a ritoccare il comma 1 dell’articolo 28 inserendo nel dettaglio due specifiche: «l-bis) individuazione di specifiche categorie di controlli per i creatori di contenuti digitali, tenendo conto dell’attività economica svolta; l-ter) previsione di meccanismi di risoluzione alternativa delle controversie tra creatori di contenuti digitali e relative piattaforme». Content creators che, dunque, vengono riconosciuti e per cui si parla di “categorie di controlli”.

Ddl Concorrenza content creators, cosa cambia

Di fatto, dunque, si tratta di una pietra miliare per iniziare un lungo percorso (almeno queste sembrano essere le promesse) per una regolamentazione di quel che sta diventato sempre più importante nel tessuto economico di moltissime aziende. Ma anche per quel che riguarda nuove figure indipendenti che lavorano e guadagnano attraverso la produzione di contenuti per il web e per i social. E questo punto d’inizio è figlio di una battaglia nata alcuni mesi fa e condotta, in particolar modo, dal Web Marketing Festival. Ma questo, come spiegato dall’ideatore del WMF e CEO di Search On Media Group Cosmano Lombardo, che aveva portato questo tema all’attenzione del Parlamento lo scorso anno, è solo il primo passo. Perché il riconoscimento di una categoria di lavoratori è il principio alla base di una normativa che dovrà essere più adeguata (considerando anche la sua natura in continua evoluzione) e con molte altre definizioni e paletti regolamentari.

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