Da quando ha fatto la battuta su Meloni, Elisa Anzaldo non è più alla guida della rassegna del Tg1

In questi due giorni è stata sostituita da altri colleghi

05/08/2022 di Redazione

Era il 3 agosto 2022. Sembra passata una vita, ma invece sono due giorni fa. Elisa Anzaldo, commentando una notizia relativa a una presunta lazialità di Giorgia Meloni, aveva tenuto il gioco del co-direttore del Corriere dello Sport Alessandro Barbano che aveva detto «se peccato c’è stato, in questo caso non sarebbe il peggiore di Giorgia Meloni». Elisa Anzaldo aveva commentato: «Ce ne sono stati molti altri». Da quel momento in poi, levata di scudi del centrodestra in commissione di Vigilanza Rai, minaccia di un esposto all’Agcom e tempesta politica su un Tg1 che era già stato fortemente attenzionato dalle forze della coalizione Berlusconi-Salvini-Meloni. Nel tardo pomeriggio del 3 agosto erano arrivate anche le scuse di Elisa Anzaldo. Ma tutto ciò potrebbe non bastare: abbiamo notato che, a partire dal giorno dopo (e dunque il 4 agosto e anche oggi, 5 agosto), Elisa Anzaldo non è più al timone dell’edizione mattutina del Tg1 di Monica Maggioni, quella in cui si fa la rassegna stampa.

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Elisa Anzaldo e i due giorni senza rassegna stampa al Tg1 dopo la battuta su Meloni

Ieri c’era Valerio Lo Prete.

Oggi, invece, il tandem Roberto Chinzari-Gabriella Capparelli. Al momento, non ci sono conferme sulle ragioni dell’avvicendamento. E non si può escludere che, visto il periodo estivo, possa essere una normale turnazione interna alla principale testata della rete ammiraglia, con le ferie all’orizzonte. Di certo, però, una sostituzione in mezzo alla settimana sembra piuttosto anomala. E la coincidenza con quanto avvenuto il 3 agosto scorso – con il centrodestra che aveva addirittura chiesto la sospensione di Elisa Anzaldo – è strana.

Il tema del controllo della politica sulla Rai è vecchio come il mondo. Ma se la decisione di spostare Elisa Anzaldo dalla conduzione della rassegna del mattino dopo la battuta di Giorgia Meloni fosse confermata, ci si troverebbe di fronte a una bella gatta da pelare. Tra campagna elettorale e il governo che verrà fuori dalle prossime elezioni del 25 settembre, sembra proprio che possa esserci un rapporto decisamente problematico tra la politica e il mondo dell’informazione. In verità – stando alle prime avvisaglie di questi giorni – non soltanto per il servizio pubblico.

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