Il caso Ferragni ha ispirato il governo: ecco il ddl Beneficenza
Il Consiglio dei Ministri ha approvato il testo. Ora la palla passa al Parlamento
26/01/2024 di Redazione Giornalettismo
Il Consiglio dei Ministri ha approvato il cosiddetto ddl Beneficenza. Una norma che cavalca l’onda lunga del caso Balocco-Ferragni e che va a cercare di fissare delle regole ben precise per quel che riguarda le vendite di prodotti, con il ricavato devoluto (totalmente o parzialmente) per scopi benefici. La parola d’ordine è trasparenza. Sia per quel che riguarda le aziende, sia per chi si rende volto (attraverso i social, e non solo) di queste iniziative. Si parte dai contratti tra le parti, per poi arrivare a una comunicazione attinente alla realtà dei fatti.
Ddl Beneficenza, la reazione del governo al caso Ferragni
Le vicende giudiziarie e le indagini che in queste settimane stanno coinvolgendo Chiara Ferragni vengono, dunque, utilizzate come caso studio per cercare di creare un impianto normativo per evitare il riproporsi di casi come quelli oggetto delle inchieste attualmente in corso. Sarà l’AGCM l’Autorità incaricata di vigilare sul corretto comportamento di aziende e content creator. E gli obblighi che dovranno essere rispettati partono da un vincolo: il messaggio deve essere chiaro e non fraintendibile. Dovranno essere spiegate le finalità dell’operazione e l’importo (se non stabilito a tavolino occorrerà indicare la percentuale sull’incasso totale) che sarà devoluto in beneficenza.
E il governo continua proprio a citare il caso Ferragni come la pietra dello scandalo e l’oggetto principale di questa spinta legislativa. Lo ha ribadito anche oggi il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, con delega all’innovazione tecnologica, Alessio Butti nel corso della sua partecipazione all’incontro, organizzato da Assoinfluencer, andato in scena nella Sala Matteotti di Montecitorio dal titolo “Professione creator”: «Credo che il governo abbia fatto bene a intervenire tempestivamente, relativamente alla questione della beneficenza. Del resto, non ce ne sarebbe stato bisogno se qualcuno non avesse fatto il furbo».
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