L’ex manager di Twitter condannato perché vendeva dati utenti all’Arabia Saudita
Le azioni di un ex managr lo hanno condotto a una condanna per aver messo a rischio l'incolumità degli utenti Twitter di cui aveva i dati
15/12/2022 di Ilaria Roncone
Tre anni e mezzo di condanna al carcere negli Stati Uniti per aver fornito dati che aiutassero l’Arabia Saudita a identificare e localizzare determinate persone di loro interesse: tale la condanna per Ahmad Abouammo, ex manager che ha lavorato per Twitter dal 2013 al 2015. L’imputato era già stato dichiarato colpevole da una giuria lo scorso agosto, al termine di un processo presso la corte federale di San Francisco. La pena detentiva inizialmente richiesta era più alta: sette anni e passa, hanno spiegato i procuratori, chiedendo una «sentenza abbastanza forte da dissuadere altri nel settore della tecnologia e dei social media dal vendere i dati di utenti vulnerabili» per i dati utenti Twitter Arabia Saudita.
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Dati utenti Twitter Arabia Saudita, i tratti della vicenda
La condanna è l’apice di una vicenda che ha visto l’imputato rischiare una pena massima di decenni, come spiega Reuters. Le informazioni che Abouammo ha passato all’Arabia Saudita sono state definite dati sensibili degli utenti tali da poter mettere in pericolo le persone coinvolte. Gli avvocati dell’imputato hanno chiesto al giudice una condanna con la condizionale per rimanere ai domiciliari presso la sua abitazione, a Seattle, alludendo a problemi di salute continui di Abouammo, alla mancanza di altre precedenti condanne e ai problemi familiari di cui è stato vittima nel periodo di lavoro a Twitter.
In particolare, l’uomo ha ottenuto – per passare informazioni su due utenti Twitter – un orologio del valore di 42 mila dollari da un funzionario saudita e 200 mila dollari in due bonifici. Il ruolo del dirigente era, in particolare, quello di gestire i rapporti di Twitter con giornalisti e celebrità del Medio Oriente e del Nord Africa. In merito ai problemi familiari di cui era stato vittima, gli avvocati di Abouammo hanno fatto riferimento al fatto che la famiglia avesse «lottato per pagare e affrontare gravi sconvolgimenti nella vita di sua sorella», comprese cure specialistiche per la figlia appena nata. Non è mancato il riferimento nemmeno a Ali Alzabarah, un altro ex dipendente Twitter accusato – avendo avuto accesso a migliaia di account Twitter per conto dell’Arabia Saudita – del medesimo crimine. Alzabarah, però, è riuscito a lasciare il paese prima di essere condannato.
Reuters ha provato a contattare gli avvocati dell’imputato, Twitter e l’ambasciata saudita a Washington, non ricevendo però risposta.