Dagospia, ci risiamo: dopo la Polverini, spunta l’aggettivo «popputissima» per la Rossi

Ancora invasioni di campo sulla politica, con il solito linguaggio aggressive

20/01/2021 di Gianmichele Laino

Fosse anche per la milionesima volta, ma occorre segnalare ancora una volta il linguaggio che Dagospia ha utilizzato per descrivere le protagoniste femminili della politica italiana. Ancora una volta il commento di Dagospia su Rossi – la senatrice ex di Forza Italia che ha votato la fiducia al governo di Giuseppe Conte – insiste su un dettaglio del suo corpo. Nella sua introduzione all’articolo del Corriere della Sera (che ha provato a ricostruire nel dettaglio le motivazioni che hanno portato la Rossi a votare insieme alla maggioranza), Dagospia sceglie l’aggettivo “popputissima” per l’ex collaboratrice di Silvio Berlusconi.

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Dagospia su Rossi, la solita eleganza

LA POPPUTISSIMA ROSSI È STATA ASSISTENTE E CONSIGLIERA DEL BANANA: NE HA CUSTODITO I SEGRETI PERSONALI E POLITICI. GLI HA FATTO SCUDO QUANDO SI TRATTAVA DI DIFENDERLO DALLE ACCUSE PER IL BUNGA-BUNGA – ERA LEI A GESTIRE LE OLGETTINE, TANTO DA FINIRE TRA GLI IMPUTATI AL PROCESSO RUBY TER.

Così, dopo l’attacco a Renata Polverini di ieri – la deputata ex Forza Italia aveva votato, il giorno prima, la fiducia al governo Conte – arriva la poco cortese definizione di Maria Rosaria Rossi. Tra l’altro, dopo aver espresso lo stesso voto (pro-Conte) della collega.

L’insistenza morbosa sul dettaglio fisico quando si parla di donne in politica è una prassi che, ormai, sembra aver decisamente conquistato il mondo del giornalismo italiano. Tanto da diventare endemico: non avrà utilizzato lo stesso tono di Dagospia, ma persino Tgcom24 – in un suo articolo su Maria Elena Boschi – ha insistito sin troppo sul suo outfit nel giorno della fiducia, mostrando immagini di calze nere e di tacchi a spillo. Un riflesso incondizionato – forse -, a suon di “che male c’è”. Tanto – sui social network, così come su altre testate – c’è chi utilizza termini ben peggiori. Che noi continueremo, come sempre, a stigmatizzare per cercare di gettare un sassolino di decenza nell’ambito del mare magnum della discussione politica.

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