Dagospia, che bisogno c’era di scrivere «panterona», «tempesta ormonale», «zoccolo di Conte»?

Le parole scelte dal sito per fare congetture sulle ragioni che hanno spinto la Polverini a votare la fiducia

19/01/2021 di Redazione

Dagospia su Polverini realizza la solita narrazione fuori da qualsiasi schemi (giornalistici e non solo). Spiegando le ragioni della sua scelta di votare la fiducia al governo di Giuseppe Conte, il sito di Roberto D’Agostino mette in fila delle ragioni non propriamente politiche, ma decisamente attinenti alla sfera sentimentale. Si parla, infatti, di un presunto flirt tra la senatrice ex di Forza Italia e l’esponente del Partito Democratico Luca Lotti. Ma non ci si ferma qui: Dagospia, infatti, utilizza – in pochissime righe, del resto – un linguaggio assolutamente inappropriato per chi riveste il ruolo di informatore dell’opinione pubblica.

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Dagospia su Polverini, il linguaggio utilizzato

Ok, Dagospia ha nel suo stile il linguaggio irriverente. Ma qui sembra aver decisamente calcato la mano, sconfinando. Si parla di «trasformazione in zoccolo di Conte», di «freccia arrapata di Cupido», di «tempesta ormonale con il Piddino Lotti», di «ex panterona di Alleanza Nazionale». Non ci si poteva, al massimo, limitare alla satira politica senza sconfinare eccessivamente nel personale? Rispetto al gossip su Luca Lotti (che, poi, il protagonista ha smentito in ogni caso), Dagospia si era lasciato andare a un virtuosismo linguistico che da solo poteva bastare: evidenziando i 20 anni di differenza tra i due, ad esempio, aveva sottolineato che per la Polverini «il ventennio è miele».

Ecco, questa sarebbe stata satira politica. Ma parlare di ormoni e fare riferimenti più o meno velati al sesso per soddisfare i gusti da voyeur della rete sembra davvero eccessivo. Non a caso, in difesa di Renata Polverini, si sono schierati parlamentari bipartisan. Su Twitter, sono stati tanti i colleghi deputati e senatori che hanno espresso solidarietà all’ex deputata di Forza Italia. Il sentiment tra i protagonisti del dibattito pubblico sembra abbastanza uniforme. Se non ci fosse, come al solito, Vittorio Feltri a fare la voce fuori dal coro: «Dalla camicia nera alle mutande rosse per pararsi i glutei. Spettacolo indecente».

Già.

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