I soci di Taiwan lasciano Berloni e l’azienda di Pesaro va in liquidazione

29/11/2019 di Redazione

Cucine Berloni è uno dei marchi storici del settore manufatturiero italiano. Gli elementi di arredamento made in Italy sono entrati nell’immaginario collettivo: un gruppo che è stato solidissimo e che ha dettato la linea per decenni a tutta la concorrenza. Ora, però, quello stesso gruppo – che sembrava aver ritrovato la quadratura del cercio dopo la crisi del 2013 – è nuovamente in difficoltà. E non da un punto di vista prettamente economico, visto che il 2019 si era chiuso con un fatturato di quasi 20 milioni. Ma da quello societario con i soci di Taiwan, che si erano presentati proprio sei anni fa per salvare gli stabilimenti, che hanno deciso per il disimpegno.

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Cucine Berloni in liquidazione

Così, da questo punto di vista, l’impresa della famiglia Berloni – che era rimasta sempre in società, sebbene con quote minoritarie, ma che aveva garantito la continuità con il territorio e con la sua tradizione – diventa sempre più difficile.

Una situazione inaspettata per il sindaco di Pesaro Matteo Ricci che ha affermato di essere venuto a conoscenza delle difficoltà dell’azienda soltanto nelle ultime ore. Come ha affermato al Resto del Carlino, infatti, il primo cittadino ha intenzione di adoperarsi al fine di offrire un aiuto e un supporto per i lavoratori dell’azienda (85 al momento) e per l’indotto: «Un fulmine a ciel sereno. Sono sconcertato, convocheremo subito un incontro coi vertici dell’azienda e con i sindacati, coinvolgendo anche la Regione».

Cucine Berloni, il tentativo di salvataggio

«Dopo la crisi del 2013 questo marchio storico – continua Ricci – si erano salvati almeno un terzo dei lavoratori e la produzione attuale non era negativa perché pareva che si fosse ripresa». L’obiettivo dell’amministrazione di Pesaro è quello di salvare il marchio, un target condiviso anche dalla famiglia Berloni.

Intanto, sta partendo la gara di solidarietà: si annuncia un Natale difficile per i lavoratori di Pesaro e per gli stabilimenti. La fine dell’anno è sempre un momento critico per le aziende e lo è ancor di più in mancanza delle risorse e della struttura finanziaria garantita dagli investitori.

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