Cosa vuol dire 5G, dove è attivo e perché le polemiche in merito sono infondate

Vediamo insieme tutto quello che c'è da sapere su questa tecnologia a partire da cosa vuol dire 5G per arrivare a comprendere perché le polemiche in merito sono immotivate

26/02/2021 di Redazione

Di cosa parliamo quando parliamo di 5G? Cominciamo col dire cosa vuol dire 5g, sigla che sta per “5th Generation”, quinta generazione, e indica l’insieme di tecnologie di telefonia mobile e cellulare, i cui standard definiscono la quinta generazione della telefonia mobile con una significativa evoluzione rispetto alla tecnologia 4G/IMT-Advanced. In parole povere, è la tecnologia di connessione che utilizzeranno i nostri smartphone e gli oggetti connessi a internet (leggasi elettrodomestici, orologi, semafori, automobili, lampioni, ecc.). Una delle sue principali caratteristiche di questa rete riguarda la possibilità di connettere più dispositivi contemporaneamente ad alta velocità. La sua distribuzione in tutto il mondo è iniziata nel 2019.

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Dove è attivo il 5G

Dopo aver chiarito cosa vuol dire 5G vediamo dove è attivo nel nostro paese. Ci vorranno ancora, probabilmente, alcuni anni prima che la copertura possa raggiungere tutto il territorio nazionale, ma i principali operatori italiani già offrono ai loro utenti il segnale in determinate città. Ad esempio, il 5G di Fastweb è attivo in alcune aree di Milano, Bologna, Roma e Napoli. Quello di Iliad è invece attivo ad Alessandria, Bari, Bologna, Brescia, Cagliari, Como, Ferrara, Firenze, Genova, La Spezia, Latina, Messina, Milano, Modena, Padova, Perugia, Pesaro, Pescara, Piacenza, Prato, Ravenna, Reggio Calabria, Reggio Emilia, Roma, Torino, Verona e Vicenza. Gli utenti Tim possono connettersi alla rete 5G dell’operatore a Milano (dove arriva a una copertura del 90%), Roma, Torino, Firenze, Napoli, Ferrara, Bologna, Genova, Sanremo, Brescia e Monza. Sono coperte anche alcune località turistiche come Cortina d’Ampezzo, Livigno e Selva di Val Gardena. Il 5G di Vodafone è disponibile a Roma, Milano (coperta al 90%), Torino, Bologna, Napoli. L’operatore copre inoltre alcune aree di Assago, Bollate, Bresso, Carugate, Cassina de’ Pecchi, Cinisello Balsamo, Cologno Monzese, Cusano Milanino, Garbagnate Milanese, Lainate, Legnano, Melegnano, Novate Milanese, Opera, Parabiago, Pessano con Bornago, Pioltello, Rho, Rozzano, San Donato Milanese, San Giorgio su Legnano, San Giuliano Milanese, Sedriano, Segrate, Senago, Sesto San Giovanni, Solaro e Trezzano sul Naviglio. La rete 5G di WindTre è quella più estesa e copre i capoluoghi e i territori provinciali di Agrigento, Ancona, Aosta, Arezzo, Ascoli Piceno, Avellino, Bari, Belluno, Benevento, Bergamo, Bologna, Bolzano, Brescia, Cagliari, Caltanissetta, Campobasso, Catania, Chieti, Cosenza, Crotone, Cuneo, Fermo, Ferrara, Firenze, Foggia, Forlì-Cesena, Frosinone, Genova, Gorizia, Grosseto, Imperia, Isernia, La Spezia, Latina, Lecco, Mantova, Matera, Nuoro, Padova, Palermo, Perugia, Pesaro-Urbino, Pescara, Pisa, Pistoia, Pordenone, Potenza, Ravenna, Rimini, Rovigo, Salerno, Sassari, Savona, Siena, Siracusa, Sondrio, Taranto, Teramo, Terni, Torino, Trento, Treviso, Udine, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Verona e Vicenza. Inoltre, la rete 5g di WindTre è disponibile ad Alessandria, Andria, Lucca, Modena, Pavia, Trani e Trapani.

Cosa sono le antenne 5G

Cominciamo col dire che un’antenna 5G è molto diversa da un’antenna 4G che siamo già abituati a vedere nelle principali città, in primis a causa delle dimensioni sensibilmente ridotte. Altra caratteristica delle antenne 5G è la presenza di una scatola dove è possibile vedere il simbolo del 5G. Dimensioni ridotte, come detto, ma massima potenza: all’interno di tali scatole ci sono apparecchiature radio e altre strumentazioni necessarie alla trasmissione dei dati da e verso tutti i dispositivi collegati. Tra le particolarità di un’antenna 5G, il cosiddetto breamforming, vale a dire uno strumento che permette di attirare l’attenzione del segnale su aree molto vicine alla torre, garantendo quindi la massima direzionalità.

Chi ha inventato il 5G

Ora sotto con un po’ di sana e doverosa storia che ci aiuti a comprendere ancora meglio cosa vuol dire 5G. Tutti parlano del 5G, di come funziona, di quando sarà disponibile, ma chi ha inventato il 5G? Dunque, se navigheremo sempre più velocemente su internet con i nostri smartphone dobbiamo dire grazie a Ren Zhengfei, 74 anni, fondatore ed attuale presidente di Huawei che prima di questa attività è stato ufficiale dell’esercito popolare cinese.

Polemiche sul 5G

Come ogni cosa che riguarda la tecnologia a larga scala e su antenne che sfruttano le onde elettromagnetiche, sono inevitabili le polemiche sulla rete 5G. Tra i timori che sono circolati in rete, eccone alcuni tra i più quotati: “Saremo bombardati da onde millimetriche più rischiose per la salute”, “Ci saranno milioni di mini-antenne intorno a noi dannose per la nostra salute”, “Studi su topi e ratti dimostrano che il 5G e le onde elettromagnetiche sono cancerogeni”, “Se non ci sono certezze, non si dovrebbe permettere la sperimentazione del 5G”, “Il 5G abbassa le difese immunitarie”, “Il coronavirus si trasmette più rapidamente grazie alle onde elettromagnetiche del 5G”, “La diffusione del coronavirus è correlata al 5G”. Secondo alcune teorie, per lo più complottiste – che tanto piacciono ai boomer – la rete 5G potrebbe arrecare danni alla salute umana. Ovviamente sono stati fatti approfonditi studi in merito ma al momento non sono state evidenziate associazioni significative tra l’esposizione a campi magnetici e un’aumentata insorgenza di cancro in bambini e adulti, così come tali studi non hanno mostrato alcuna capacità delle onde radio e delle microonde, utilizzate per il 5G, di danneggiare il DNA delle cellule.

Perché le polemiche sul 5G sono infondate

Ma, come detto, le polemiche sono infondate. E a confermarlo ci ha pensato l’Istituto Superiore di Sanità: “Al momento, non è possibile formulare una previsione sui livelli di campo elettromagnetico ambientale dovuti allo sviluppo delle reti 5G. Se da un lato aumenteranno sul territorio i punti di emissione di segnali elettromagnetici, dall’altro questo aumento porterà a potenze medie degli impianti emittenti più basse. Un’ulteriore riduzione dei livelli medi di campo sarà dovuta alla rapida variazione temporale dei segnali. Una valutazione adeguata dell’impatto di questa nuova tecnologia potrà essere effettuata solo a seguito di una conoscenza dettagliata delle caratteristiche tecniche degli impianti e della loro distribuzione sul territorio”.

[CREDIT PHOTO: ITALY PHOTO PRESS]

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