Quelli che hanno pensato al 5G come causa della morìa di uccelli a Roma

Le cause, invece, sono altre

02/01/2021 di Redazione

La storia degli uccelli morti a Roma va affrontata in maniera prudente e, soprattutto, senza dare sfogo a teorie del complotto. Inoltre, bisogna sottolineare che il fenomeno si è verificato per una serie di concause che non sono esclusivamente collegate a una spiegazione semplicistica. Così, non si può affatto affermare – come molte persone hanno fatto sui social network – che la causa della morte degli uccelli a Roma nella serata del 31 dicembre sia dovuta alle antenne del 5G. La spiegazione può, invece, essere trovata parzialmente nei botti di fine anno, ma anche su questo aspetto vanno fatte molte premesse.

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Uccelli morti a Roma, cosa è successo

Innanzitutto, luogo e ora dell’accaduto. Le immagini sono chiare: il fenomeno si è verificato in Via Cavour, a pochi passi dalla stazione Termini. Sull’orario in cui si è verificato il fenomeno, invece, c’è qualche perplessità: come riporta anche il sito Bufale.net, infatti, il primo video relativo alla morìa degli uccelli a Roma è stato caricato su YouTube prima della mezzanotte del 31 dicembre. Dunque, prima della vera e propria escalation di fuochi d’artificio che c’è stata a ridosso del passaggio dall’anno vecchio a quello nuovo.

I botti di fine anno, del resto, hanno avuto comunque un ruolo fondamentale rispetto a quanto accaduto. Chi vive a Roma, ha potuto innanzitutto constatare che le esplosioni di petardi e di fuochi d’artificio sono iniziate – come una sorta di colonna sonora che ha caratterizzato le ore tra il 31 dicembre e il 1° gennaio – nel tardo pomeriggio del 31 dicembre. Una sorta di refrain continuo che ha caratterizzato la serata di fine anno della Capitale.

La spiegazione della CRFS Lipu Roma

Ma perché, se il fenomeno dei botti e dei fuochi d’artificio, era diffuso in tutta la città (e in altre città italiane), gli uccelli morti a Roma si sono concentrati in quel tratto di Via Cavour e non altrove? La spiegazione arriva direttamente dalla CRFS Lipu Roma – Centro Recupero Fauna selvatica dell’associazione che si occupa della protezione degli uccelli, nella sezione della Capitale – che ha descritto la presenza di una comunità di storni piuttosto numerosa proprio in quell’area di Roma.

Gli storni in città sono diventati un fenomeno sempre più raro, soprattutto dopo gli interventi di dissuasione che sono stati fatti. Nel corso dell’ultimo anno, tuttavia, in zona Termini si è installato un gruppo di storni decisamente numeroso: sono animali sociali, che dormono tutti insieme sugli alberi. L’esplosione dei botti deve averli mandati in confusione, deve averli fatti urtare l’uno con l’altro o contro altri oggetti (fili dell’elettricità, delle linee di trasporto pubblico, rami, altri oggetti). Insomma, la morte degli uccelli sembra collegata alla presenza, concentrata in una specifica area, di un gruppo numerosissimo di esemplari. La Lipu ricorda anche che il fenomeno non è stato un unicum, ma che già nel 2003 e nel 2010 si sono verificati dei casi analoghi.

Dunque, niente 5G e niente teorie del complotto. La morte degli uccelli a Roma c’è stata davvero. Ed è stata causata da un insieme di circostanze e in un unico punto della città per una serie di motivi che, insieme, l’hanno determinata.

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