Da marzo le piattaforme di vendita potrebbero dover comunicare quanto spendete al Fisco

L'idea è quella di aggirare l'evasione fiscale e le piattaforme non potranno sottrarsi

26/02/2021 di Ilaria Roncone

La direttiva che prende il nome di Dac7, che a luglio scorso è stata oggetto di proposta della Commissione europea, potrebbe essere approvata dal Parlamento europeo a marzo. Se questa direttiva passasse tutti i gestori di servizi di vendite online – quindi Amazon, Google, eBay, Facebook, Instagram, Uber, Airbnb per citarne solo alcuni – dovranno obbligatoriamente collaborare con le amministrazioni fiscali e fornire una serie di informazioni sui movimenti dei cittadini nei propri siti. Si tratterebbe, in pratica, di informare il Fisco sulle operazioni che i propri utenti effettuano allo scopo di contrastare l’evasione fiscale.

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Dac7, quali dati utenti verranno forniti al Fisco

Le piattaforme di vendita online dovranno, qualora entrasse in vigore la direttiva in questione, comunicare i dati relativi alle operazioni di acquisto direttamente alle agenzie fiscali. Quali dati? Innanzitutto nome e cognome, poi codice fiscale o partita Iva insieme a denominazione sociale. Oltre a questi sarà necessario anche fornire i corrispettivi pagati o accreditati nei periodi oggetti del monitoraggio più eventuali diritti, commissioni o imposte trattenuti o addebitati dalla piattaforma. I paesi avranno così modo di reclamare le tasse secondo dati precisi su quelle che vengono definite “attività rilevanti”.

E la privacy?

Le “attività rilevanti” sono, per esempio, la vendita di beni, la locazione di immobili, la fornitura di servizio, il crowdfunding o, ancora, il noleggio di qualunque mezzo di trasporto. La collaborazione delle piattaforme di vendita con le amministrazioni fiscali dei paesi UE sarà obbligatoria, pena – da quanto si apprende – la sospensione dell’accesso al mercato. Le nuove regole – che entrerebbero in vigore a partire dal 1° gennaio 2023 – sono già state approvate dall’Ecofin (ovvero il Consiglio dei ministri delle Finanze dell’UE lo scorso dicembre e manca, quindi, solo l’approvazione del Parlamento europeo. Cosa accadrà alla privacy degli utenti se la direttiva Dac7 verrà approvata? C’è una premessa, ovvero che la comunicazione dei dati in questione non andrà a scontrarsi con la normativa UE sulla privacy. Verranno esclusi i venditori che avranno effettuato meno di 30 operazioni per le quali l’importo totale non supererà i 2mila euro nell’anno di riferimento e i venditori “professionali”, ovvero quelli per cui la piattaforma comporta più di 2mila “attività rilevanti” per l’affitto di immobili in relazione a una “Proprietà inserzionata”. Infine tutte le piattaforme dovranno registrarsi in uno stato dell’Unione Europea.

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