Giuseppe Conte sbatte la porta in faccia alla Germania: «Aiuti UE come in passato? Teneteveli»

Raccontano di un Giuseppe Conte furioso. È questo il suo sentiment quando clicca il tasto di chiusura della call che lo mette in collegamento con gli altri leader dell’Unione nel corso del Consiglio Europeo che si è svolto in remoto per rispettare le prescrizioni relative all’emergenza del coronavirus. Il bersaglio del presidente del Consiglio è rappresentato dai paesi del nord Europa e dalla Germania, colpevoli di voler individuare misure economiche standard, secondo procedimenti già conosciuti, per mettere in piedi la ripresa all’indomani della crisi causata dalla pandemia.

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Coronabond e Mes, la porta chiusa di Giuseppe Conte all’Europa

Il messaggio che filtra è questo: «Se qualcuno dovesse pensare a meccanismi di protezione personalizzati elaborati in passato allora voglio dirlo chiaro: non disturbatevi, ve lo potete tenere, perché l’Italia non ne ha bisogno». Su questa posizione, Giuseppe Conte trova degli alleati insperati: sia la Francia, sia la Spagna hanno respinto il documento venuto fuori dal Consiglio Europeo, segno di come l’emergenza coronavirus non tenga più conto dei tradizionali schieramenti tra potenze. La pandemia ha rimescolato le carte, perché tanti sono gli Stati in crisi.

La proposta di Giuseppe Conte era quella di varare i coronabond, una sorta di debito comune condiviso da tutti i Paesi dell’Unione Europea e non dai singoli stati. La Germania e altri Paesi del nord Europa hanno rispedito al mittente questa soluzione. Va da sé che, nella bozza presentata dal presidente del Consiglio Europeo Charles Michel, senza i coronabond, non abbia trovato alcun riscontro positivo nei Paesi mediterranei. Altro punto critico, il Mes. Secondo Giuseppe Conte, questa sarebbe stata la chiave di volta per dare un significato nuovo a un trattato molto discusso anche in Italia, al centro di divisioni politiche non di poco conto. Il presidente italiano aveva chiesto che la linea di credito rafforzata, normalmente prevista per le crisi economiche ma subordinata a criteri molto rigidi, non rispettasse i criteri tradizionali, ma tenesse conto della pandemia che sta colpendo i vari Stati. Anche su questo c’è stata la spaccatura. L’Unione Europea è sull’orlo del collasso.

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