I parlamentari auspicano che il Copasir si occupi anche di social network

In un'intervista al Corriere della Sera, la deputata del M5S - vicepresidente della commissione - Federica Dieni fa il punto della questione

07/06/2022 di Redazione

Nell’ultimo periodo, a quanto pare, il Copasir sta provando a monitorare lo stato dell’informazione in Italia, partendo da un assunto: la propaganda filo-russa è riuscita a infiltrarsi nel nostro Paese e sta attraversando diversi canali mediatici. In questa ottica, dunque, andavano lette le audizioni – di qualche giorno fa – dell’amministratore delegato della Rai Carlo Fuortes e del presidente dell’Agcom Lasorella. Tuttavia, questi sono i canali tradizionali di informazione, gli organi di garanzia che li disciplinano, il servizio pubblico. Ma il mare magnum della disinformazione, si sa, trova la sua vetrina principale sui social network. Per questo, a quanto pare, nei prossimi giorni il Copasir si occuperà anche di un monitoraggio dei social network, anche attraverso delle audizioni. Almeno è quello che la deputata del Movimento 5 Stelle, nonché vicepresidente della commissione, Federica Dieni ha affermato in una intervista al Corriere della Sera.

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Copasir e social network, partirà il monitoraggio

Le audizioni sui social network sono un punto centrale. Bisognerà capire, infatti, il Copasir a quale livello vorrà spingersi. Seguendo il principio che ha animato le ultime audizioni a Fuortes e Lasorella, la logica porterebbe a pensare che siano i vertici – e quindi anche i vertici dei social network – le figure individuate per le audizioni stesse. Ma quanto potrà essere verosimile che un rappresentante di Facebook e Instagram o di Twitter possa essere ascoltato dal comitato per la sicurezza della repubblica, accettando – di fatto – un confronto parlamentare? Le audizioni di Mark Zuckerberg al Congresso, insomma, rappresentano un contesto e una configurazione molto diversi.

Tuttavia, la deputata Dieni ritiene indispensabile questo passaggio: «Il settore va regolamentato perché siamo liberi tutti. E lo dico anche per esperienza personale. Per aver condiviso un post sulla libertà d’espressione sono stata attaccata dai troll».

Il tema, dunque, sarà quello di capire – ma le audizioni, per stessa ammissione della deputata, non sono ancora state calendarizzate – come il Copasir potrà avere un ruolo e una definizione all’interno della lotta alla disinformazione e alla eventuale diffusione della propaganda filo-russa attraverso i social network. Un unicum nella storia della Repubblica, con il Copasir che inizierà a occuparsi dello spazio dei social network per la prima volta. Il tutto dopo un giro di audizioni su televisioni, servizi mediatici e Rai. Insomma, non un buon termometro rispetto a quello che sta succedendo in Italia.

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