Politico dice che l’Italia è vista come il “cavallo di Troia” per l’informazione russa in Europa

La testata internazionale si è occupata del rapporto tra organi di informazione del nostro Paese e ospiti filo-russi nei talk-show

23/05/2022 di Redazione

Una delle più autorevoli testate internazionali, Politico, esprime la sua opinione sui talk-show italiani che si occupano dell’invasione in Ucraina, facendo prima un resoconto sulle polemiche per le ospitate di alcuni propagandisti del Cremlino (come, ad esempio, la giornalista che lavora per una emittente del ministero della Difesa russo, Nadana Fridrikhson) e poi spiegando le tappe che le istituzioni parlamentari italiane – in particolar modo il Copasir – hanno attraversato per cercare di mettere un argine alla presenza di propagandisti filo-russi nelle televisioni sia del servizio pubblico, sia di altre emittenti. Ma poi, Politico si lascia andare a una definizione che bene fa capire quale sia il giudizio internazionale sullo stato dell’informazione in Italia. 

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Politico sui talk-show italiani e l’informazione filo-russa

«L’Italia è spesso vista come un Paese che ha un debole per la disinformazione del Cremlino e come un potenziale cavallo di Troia in Europa a causa dei rapporti storici con la Russia basati su forti legami economici e con il più grande partito comunista occidentale» – si legge nell’articolo di Politico sui talk-show italiani. Si tratta di una rampa di lancio per descrivere anche i rapporti che da sempre sono stati intrattenuti da Silvio Berlusconi e da Vladimir Putin, quando entrambi si trovavano alla guida dei rispettivi Paesi.

E ancora: «Gli ospiti russi, giornalisti o funzionari – scrive Politico -, vedono i media italiani come la loro piattaforma preferita quando si tratta di proiettare le opinioni dell’apparato statale». Secondo la testata, dunque, ci sarebbe un problema di fondo nell’informazione italiana sulla guerra: Politico evidenzia l’unicità del panorama mass-mediatico italiano rispetto al resto dell’Europa. La presenza di ospiti russi (sia opinionisti, sia esponenti di spicco delle istituzioni, come il ministro degli Esteri Sergey Lavrov, intervistato a Zona Bianca su Rete4) non ha eguali nelle altre emittenti europee.

Nell’articolo di Politico, inoltre, si cita la grande influenza sui social network di Toni Capuozzo o la linea editoriale del Fatto Quotidiano, mentre definisce Alessandro Orsini «un ospite fisso di Cartabianca filo-Cremlino». Al contrario, sostiene come la giornalista ucraina Olga Tokariuk – che aveva un legame storico con l’informazione italiana – abbia rifiutato le ospitate in televisione proprio per la compresenza di opinionisti russi. «Per ora, almeno – conclude Politico -, la disinformazione sull’invasione russa che circola tra gli italiani su altri canali e ovviamente sui social media rischia di continuare senza sosta».

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