Conte bacchetta la Lombardia: «Se avesse voluto, avrebbe potuto prendere misure più severe»

Giuseppe Conte non ha mai nascosto di essersi preso ogni responsabilità dall’inizio di questa crisi, sin da quando – il 7 marzo – ha firmato l’ordinanza che chiudeva, di fatto, la Lombardia a causa del dilagare del contagio da coronavirus. Successivamente, poi, sono arrivate tutte le altre misure che hanno colpito l’intera penisola, sempre in risposta a una precisa esigenza fatta emergere dal comitato scientifico che ha supportato il governo in questa fase. Ma le tante critiche che sono arrivate dalle istituzioni locali della regione Lombardia non hanno fatto piacere al presidente del Consiglio che, nel corso di un’intervista al Fatto Quotidiano, ha sottolineato come la giunta lombarda avrebbe potuto agire tranquillamente con la severità che lei stessa, per prima, aveva richiesto.

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Conte contro Lombardia: «Se avesse voluto prendere misure più devere, lo avrebbe potuto fare»

«La Regione Lombardia – ha detto Giuseppe Conte -, come tutte le altre, non è mai stata esautorata dalla possibilità di adottare ordinanze proprie, anche più restrittive, secondo la legge 833/1978. Peraltro la Lombardia, quando ha voluto introdurre misure più restrittive, lo ha fatto e anche Lazio e Calabria hanno disposto altre zone rosse».

Insomma, il riferimento è alla polemica con il presidente della regione Attilio Fontana che più volte ha chiesto al governo una maggiore severità per il suo territorio. Conte si è appellato al principio dell’autonomia regionale e alla legislazione concorrente da parte delle regioni stesse, propria dell’istituzione sin dal momento della sua fondazione, a partire dagli anni Settanta. Il presidente del Consiglio, insomma, non ha escluso che ci possa essere stato anche un problema relativo alle norme decise dalla stessa regione Lombardia, soprattutto nei primi giorni del contagio.

Conte contro Lombardia, i casi di Alzano e Nembro

I casi di Alzano e Nembro, in provincia di Bergamo, sono forse emblematici. Sulla zona rossa da istituire anche in questi due paesi dove era in atto evidentemente un nuovo focolaio dell’epidemia c’è stato forse il più grave errore dall’inizio di questa epidemia in Italia. Secondo il presidente del Consiglio, il parere del comitato tecnico scientifico sulla zona rossa da istituire nei due comuni della bergamasca era arrivato il 5 marzo. Tuttavia, il 6 marzo il governo ha deciso di estendere la zona rossa a tutta la Lombardia, compresi i due comuni di Alzano e Nembro. «Non è il tempo delle polemiche – ha detto Conte -, ma quello di collaborare per assicurare coordinamento di azione e di efficacia operativa».

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