Caso youtuber Gabby Petito, la confessione del fidanzato in un block notes

La tragica storia della youtuber Gabby Petito si conclude con la confessione del fidanzato suicida nel block notes accanto al suo corpo

22/01/2022 di Ilaria Roncone

Altro che false-flag per coprire i fallimenti di Biden, come i QAnon avevano insinuato. Il caso della youtuber Gabby Petito, scomparsa lo scorso settembre mentre era in viaggio con il fidanzato, trova la chiusura del cerchio nelle ultime dichiarazioni rilasciate dall’Fbi. I fatti risalgono allo scorso 11 settembre, quando dalla giovane non sono arrivati più messaggi e la famiglia ha iniziato a preoccuparsi. La mobilitazione per Gabby Petito è stata enorme ma il 19 settembre furono rinvenuti – nel Grand Teton National Park del Wyoming – i suoi resti. Dall’autopsia è emerso che la causa della morte fosse stata lo strangolamento. Il suo fidanzato Brian Laundrie – principale indiziato del caso – in un primo momento era rientrato a casa sua e in seguito ha fatto perdere le sue tracce finendo, poi, per suicidarsi.

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La confessione del fidanzato di Gabby Petito in un block notes

Si tratta del block notes che è stato rinvenuto accanto al corpo del giovane nella riserva naturale della Florida in cui ha scelto di porre fine alla sua vita. L’Fbi ha reso noti questi ultimi dettagli che completano la storia, dettagli che sono finiti sui giornali degli Stati Uniti – compreso il NYT – nella serata di ieri. Proprio a quel quaderno Laundrie ha scelto di affidare la confessione dell’omicidio della sua ragazza: «Una revisione del block notes ha rivelato dichiarazioni scritte di Laundrie che rivendicavano la responsabilità della morte della signora Petito», hanno detto i federali.

La famiglia della giovane ha dichiarato che «non c’è dubbio: Brian Laundrie ha ucciso Gabby». L’Fbi ha sottolineato anche che «l’indagine non ha portato a identificare nessun altro individuo a parte Brian Laundrie che fosse direttamente coinvolto nella tragica morte di Gabby Petito». Michael H. Schneider, agente speciale responsabile dell’ufficio di Denver, ha sottolineato che l’attenzione che si è creata attorno al caso a partire dal ruolo del pubblico – complice del fatto che la giovane teneva un diario dei suoi viaggi di discreto successo su Youtube – è stato un aiuto di valore «inestimabile poiché l’indagine è stata coperta dai media di tutto il mondo».

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