Per i QAnon la morte di Gabby Petito è un false flag per coprire le malefatte di Biden

I QAnoners hanno davvero detto sostenuto che la morte di una 22enne sia un modo per coprire i fallimenti di Biden

24/09/2021 di Giorgia Giangrande

Il gruppo complottista statunitense QAnon ha proferito parola anche sul caso Gabby Petito, la cui storia in questi giorni ha rubato la scena alle loro teorie, spingendo i loro complotti su Biden fuori dalla copertura dei media.

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Il culto QAnon su Gabby Petito

Il culto di QAnon, specie negli ultimi anni, si è sbizzarrito per inventare le teorie più assurde, e le più fantasiose riguardano l’attuale presidente degli Stati Uniti d’America Joe Biden.  Le loro cospirazioni sono ogni giorno parte integrante del palinsesto dei media del Paese. Tuttavia, nelle ultimi due settimane – e con maggiore intensità negli ultimi giorni – i media mainstream stanno ignorando le storie dei QAnoners in favore della scomparsa e dell’omicidio di Gabby Petito, la ragazza 22enne trovata morta lo scorso 20 settembre in una foresta del Wyoming.

Il modus operandi del gruppo è quello di trarre ispirazione da qualsiasi cosa per ingigantire e tessere delle storie false, totalmente infondate e prive di qualsiasi logica. Quindi, alla luce di queste considerazioni, pensate che i QAnoners siano rimasti piacevolmente in ombra dietro lo spazio dedicato alla morte della giovanissima ragazza? Ovviamente, no.

Infatti, il gruppo complottista sta inventando storie – infondate – che vedono Gabby Petito come un’attrice assoldata per distrarre le masse dalle cose importanti – alert, ironia – che loro invece divulgano e che riguardando i Clinton, gli Obama, i Rothschild, i massoni, i cattolici e Biden. Come ha notato Insider, qualche membro del gruppo ha scritto su un gruppo Telegram: «C’è qualcosa che non va in tutta questa situazione… questo è chiaramente un Black Ops per coprire i fallimenti di Biden. È mai stato reale? Lei lo è? Un’altra false flag».

Ora, va bene tutto, ma finché quel tutto non lede in questa maniera l’immagine altrui. Finché quel tutto non specula sull’omicidio di una ragazza di 22 anni. Finché non si marcia – per scopi sindacabili – sul dolore di una famiglia distrutta per una perdita così grave.

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