Il problema principale dell’Italia: la mancanza di competenze digitali

Secondo il Primo report della Commissione europea sugli obiettivi del decennio digitale, il nostro Paese è all'ultimo posto

28/09/2023 di Enzo Boldi

Nonostante la spesa pubblica sia aumentata in questa direzione, nonostante ci sia stata un’integrazione molto più ampia – rispetto al passato – delle cosiddette materie STEM (Scienze, Tecnologie, Ingegnerie e Matematica) nei licei e nelle scuole superiori, nonostante una sempre maggiore attenzione su quel che accade all’interno dell’ecosistema tecnologico, il nostro Paese non riesce a seguire la media europea per quel che riguarda le competenze digitali. Stando al primo report della Commissione UE sugli obiettivi del decennio digitali, siamo all’ultimo posto in questa particolare classifica. Un indicatore estremamente negativo, sintomo di una questione ancora irrisolta e che rischia – ancor di più – di non farci trovare pronti davanti al progresso digitale e tecnologico.

LEGGI ANCHE > Digital Decade Report: a che punto siamo in Italia con la digitalizzazione?

Nel report pubblicato nella giornata di mercoledì 27 settembre dalla Commissione europea, vengono mostrati vizi e virtù di tutti gli Stati membri. L’Italia è ai vertici per quel che riguarda il 5G (ma come implementazioni, non come infrastrutture esclusive), mentre resta ancora indietro sia sulle competenze digitali che sull’integrazione dei servizi pubblici online. Se su questo secondo argomento c’è un particolare ottimismo (frenato da una lentezza atavica nell’affrontare questa “rivoluzione), sul primo c’è il rischio di rimanere indietro rispetto ai Paesi vicini.

Competenze digitali, l’Italia all’ultimo posto in Europa

Come spiega la Commissione UE nella sua analisi e nel suo focus specifico sul nostro Paese (è stato redatto un report ad hoc per ogni Paese che si va a unire a quello generale dell’Unione europea), il rischio principale è quello di gravi riflessi sull’economia – non essendo in grado di sostenere la rivoluzione digitale – e un sempre minore principio di inclusione sociale all’interno e fuori dai confini. Perché i numeri – nonostante di digitalizzazione si parli da anni – sono impietosi:

«Solo il 46% della popolazione ha competenze digitali di base. Ciò mina la loro capacità di beneficiare delle opportunità digitali e di esercitare la loro cittadinanza digitale, e ha un impatto negativo sull’inclusività dell’Italia». 

La Commissione spiega che questo dato inferiore alle media europea degli altri Stati membri è molto preoccupante per due motivi: prima perché si rischia l’effetto zavorra per tutta l’Europa, poi perché ci sono stati corposi investimenti pubblici atti a procedere nella direzione della digitalizzazione del Paese, anche attraverso la formazione.

I laureati ICT e le materie STEM

I fondi, per esempio, del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), hanno implementato il comparto formativo per quel che riguarda i percorsi di laurea ICT (Innovazione sociale, comunicazione e nuove tecnologie) e le materie STEM nei licei e nelle scuole superiori. Poi, però, c’è un dato che sottolinea la Commissione UE: nonostante sia stata riconosciuta come priorità l’esigenza di aggiornare i profili professionali anche all’interno del comparto delle competenze digitali, le aziende e imprese che realmente offrono questo tipo di formazione interna sono ancora molto poche. Ma anche l’affluenza universitaria alla “scoperta” di questo mondo (del presente e del futuro) è ancora estremamente molto bassa:

«Il numero di laureati in ICT dell’Italia rimane significativamente al di sotto delle ambizioni per il Decennio digitale dell’UE, poiché il Paese non è in grado di soddisfare la domanda delle imprese di professionisti qualificati. Sebbene l’offerta di formazione si stia evolvendo e sia stata ampliata con nuove offerte di formazione flessibili incentrate sulle STEM, la quota di laureati in ITC rimane all’1,5%, il che è insufficiente e significativamente inferiore alla media UE del 4,2%. Inoltre, la quota di donne tra gli specialisti in ITC è del 16%, ben al di sotto della media UE del 18,9%». 

Tutto al di sotto della media europea. Tutto al di sotto degli obiettivi del Decennio digitali dell’Unione Europea. Implementazioni ed “evoluzioni”, anche a livello scolastico e universitario, sono state progressivamente apportate, ma questo non ha aiutato più di tanto a far aumentare le competenze digitali degli italiani.

Share this article