CNN chiude il suo account Facebook in Australia a causa della disputa sui commenti

La scelta è stata fatta dopo la decisione dell'Alta Corte australiana di indicare gli editori come responsabili anche dei commenti che gli utenti lasciano sotto ai loro post

29/09/2021 di Gianmichele Laino

Un estremo tentativo era stato fatto proprio dalla Cnn in Australia, avendo chiesto a Facebook la possibilità di disabilitare i commenti sotto ai suoi post limitatamente al territorio del Paese oceanico. Menlo Park, però, ha negato questa gestione separata per il grande network di notizie e allora la Cnn non ha avuto scelta: non sarà più su Facebook in Australia, il suo profilo è stato al momento sospeso, non verranno pubblicate più notizie sul feed di uno dei più importanti network mondiali. È una diretta conseguenza della decisione dell’Alta Corte australiana, che ha individuato negli editori le responsabilità anche per i commenti che gli utenti lasciano sulla loro pagina Facebook. Una decisione davvero surreale, soprattutto in un momento in cui l’identità social è un tema dibattuto (molto spesso, i commentatori possono essere rappresentati da bot o troll, senza una identità definita) e in cui l’estensione dell’accesso ai social network ha toccato i suoi picchi massimi.

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CNN su Facebook, la decisione di rimuovere il suo account in Australia

Il 2021 è stato davvero un anno terribile per i siti di news australiani e per il loro rapporto con i social network. In seguito a una riforma del copyright promossa dalle istituzioni esecutive e legislative locali, per diversi giorni Facebook ha bloccato i feed degli editori, salvo poi fare retromarcia in seguito a un accordo con le stesse istituzioni locali. Non solo: il governo australiano ha anche avuto contrasti con Google per la presenza di alcuni contenuti dannosi in rete e la conseguente norma che impone al motore di ricerca di rimuoverli entro 24 ore (si tratta dell’Online Safety Bill), pena il pagamento di una importante sanzione pecuniaria.

Adesso, ha dovuto fronteggiare anche la decisione dell’organo di giustizia, che ha stabilito che alcune testate – tra cui Sky News e The Australian – fossero responsabili dei commenti diffamatori che hanno accompagnato la pubblicazione di immagini e articoli relativi a Dylan Voller, un giovane immortalato legato all’interno di un centro di detenzione minorile nell’ambito di un’inchiesta sulle condizioni in questi istituti. Diversi utenti avevano commentato  con toni diffamatori queste immagini e, per questo motivo, Voller aveva fatto causa. L’Alta Corte australiana aveva imputato alle testate la responsabilità per quei commenti denigratori su Facebook.

In questo clima, la Cnn si è vista costretta a disattivare il suo account Facebook, per evitare di incorrere in situazioni simili. «Siamo delusi – hanno spiegato dal network – dal fatto che Facebook, ancora una volta, non sia riuscito a garantire che la sua piattaforma sia un luogo per un giornalismo credibile e un dialogo produttivo tra i suoi utenti sugli eventi di attualità». Facebook ha risposto che gli editori hanno degli strumenti a disposizione per poter controllare preventivamente eventuali violazioni inserite all’interno dei commenti degli utenti stessi. Ma, evidentemente, grossi colossi di news che ricevono quotidianamente migliaia di commenti su Facebook non riescono a gestire flussi importanti con i soli mezzi messi a disposizione dal social network di Mark Zuckerberg. Ecco perché la decisione della CNN, avanguardista da questo punto di vista, rischia di avere un vero e proprio effetto domino anche su altri editori.

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