La TikTok reporter del Guardian Australia parla con noi: «i media tradizionali raggiungano i giovani nelle piattaforme popolari per loro»

Abbiamo intervistato Matilda Boseley, la TikTok reporter del Guardian Australia e ci ha raccontato di come sia importante comunicare con i giovani laddove trascorrono il loro tempo

20/08/2021 di Giorgia Giangrande

In un precedente articolo vi avevamo raccontato del Guardian Australia e dell’uso intelligente di TikTok soprattutto per quanto riguarda i fatti in corso in Afghanistan. In realtà, da quando il profilo del Guardian è gestito dalla reporter Matilda Boseley, ogni contenuto sembra impostato con lo scopo di attirare l’attenzione della Generazione Z, che su quella piattaforma trascorre la maggior parte del proprio tempo.

Per un focus ancora più puntuale sulla questione «Gen Z e informazione» siamo riusciti a metterci in contatto proprio con la protagonista di quei video da centinaia di migliaia di views, in barba al fuso orario Italia-Australia.

Il Guardian Australia, TikTok e la Gen Z

Matilda Boseley si rivolge all’audience della piattaforma in maniera semplice, ironica e divertente ma – allo stesso tempo – geniale. La giornalista, che all’appellativo di tiktoker preferisce quello di TikTok reporter, si riprende nei video con la fotocamera frontale del suo iPhone e talvolta lo fa mentre svolge altre azioni (ad esempio, mentre sistema un orecchino).

Le abbiamo chiesto quali fossero a suo giudizio gli elementi che funzionano meglio su TikTok: «L’app è sicuramente basata sulla personalità, questo credo sia il motivo per cui avere una persona che fornisce le notizie sia così potente. Potrebbe sembrare semplicistico, ma onestamente, avere un volto familiare che ti parla degli eventi attuali è molto importante per la Gen Z». E poi ci conferma come «non sembrare troppo professionale sia davvero importante». Poiché «mentre i video di notizie ad alto valore di produzione vanno bene su piattaforme come Facebook o Instagram, i contenuti troppo curati risultano impacciati per Tiktok».

Il Guardian Australia ci ha visto lungo su Matilda Boseley, che ci racconta di aver presentato il progetto dopo essersi allenata ispirandosi al Washington Post.«Ero entusiasta di fare i TikTok basati sulle notizie da un po’ di tempo. Ho iniziato a creare e perfezionare lo stile nel mio tempo libero sul mio account personale, e quando ho sentito che avevo un buon sistema, l’ho portato ai miei redattori. Il Guardian è stato estremamente entusiasta e così ho iniziato a fare video due o tre volte a settimana».

TikTok non è un «app per ballare»

Quando chiediamo a Matilda Boseley come sia cambiata la reputazione del profilo dopo il suo arrivo ci dice: «sento che il contenuto su TikTok è cambiato da quando è iniziata la pandemia ed è diventato molto più focalizzato su questioni sociali, educazione e attualità».  E anche se le vecchie generazioni potrebbero pensare che sia solo una frivola «app per ballare», questa è la piattaforma dove i giovani stanno avendo conversazioni davvero serie e importanti.

La reporter TikTok del Guardian è dalla parte dei giovani e quando le chiediamo quanto pensa sia importante comunicare con loro, ci dice che «È così importante che i media tradizionali comunichino con i giovani, perché le generazioni più giovani e alfabetizzate dalla tecnologia sono bombardate da informazioni costantemente. Il problema è che molte di esse non sono verificate. Se i media tradizionali non incontrano i giovani dove sono, stabilendosi sulle piattaforme che sono per loro popolari, allora li stanno lasciando a combattere il mare di disinformazione da soli».

Grazie alla risposta della reporter capiamo come tutte le tematiche che noi di Giornalettismo trattiamo quotidianamente – digital, massmedia, sicurezza informatica, fake news – siano incredibilmente connesse tra di loro a formare una rete in cui si finisce intrappolati, se non si conoscono le «istruzioni per l’uso».

«Non sono sicura di pensare ai giovani come pigri»

Per la reporter su TikTok del Guardian, i giovani non sono pigri, ma semplicemente consumano le notizie passivamente anziché attivamente. «Non vanno a leggere le homepage dei giornali o ad accendere la TV alle 6 del pomeriggio per sapere cosa sta succedendo. I giovani consumano le notizie che appaiono nel loro feed dei social media ed essere su quel feed è solo metà della battaglia. Dopo si tratta di assicurarsi di essere abbastanza coinvolgenti per tenerli lì per 1-2 minuti di cui si dispone per raccontare la notizia».

Le risposte della TikTok reporter non fanno una piega. Sono coerenti e del tutto in linea con un tempo in cui le notizie scorrono rapidamente davanti i nostri occhi, sullo smartphone che teniamo in mano ogni giorno. Matilda Boseley ha trovato il modo di bloccare tale scorrimento della Generazione Z su TikTok e se – per farlo – serve che si travesta da cervo, che indossi un bikini sopra un maglione o che sbuchi fuori dalla pianta del suo appartamento, allora ben venga. Lei lo ha già fatto e il feedback – ci dice – è stato estremamente positivo: «Molte persone hanno scritto dicendo che amano ricevere le notizie in questo modo e che trovano i video molto più accessibili e comprensibili rispetto a un grande articolo pieno di testo».

Anche per questo, per Matilda Boseley, TikTok non sarà «a flash in the pan», un fuoco di paglia. E non si sorprenderebbe se «il contenuto vario e coinvolgente e l’algoritmo magico (e talvolta inquietante)» della piattaforma permettessero all’app di rimanere sulla scena per un decennio e più.

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