Cina: l’economica torna già a crescere dopo le perdite causate dalla pandemia

L’economia della Cina è cresciuta del 3.2% nel secondo trimestre del 2020. Nonostante un rallentamento dovuto ai vari lockdown regionali implementati dal governo, l’economia della superpotenza, la seconda al mondo, è tornata a registrare numeri positivi. Un dato importante per il resto del mondo, considerando l’importanza del Paese per l’economia globale. 

I numeri sono più positivi di quelli delle previsioni di economisti e altri esperti, suggerendo una ripresa a V, ovvero con un crollo importante seguito da una ripresa veloce.

I dati, inoltre, rivelano che la Cina, al contrario di molte Paesi in Asia e nel resto del mondo, non è entrata in recessione tecnica.

La ripresa arriva dopo un crollo del 6,8% registrato nel primo trimestre dell’anno, la contrazione più grande da quando la Cina ha iniziato a registrare gli andamenti trimestrali del pil. Il governo, per aiutare la ripartenza, ha implementato diverse riforme per stimolare l’economia, tra cui delle importanti agevolazioni fiscali.

Da Gennaio a Marzo, infatti, tutte le fabbriche e la maggior parte delle imprese in tutto il Paese erano chiuse a causa delle restrizioni imposte dal governo centrale per controllare la diffusione del Covid-19.

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La ripresa a V della Cina

Secondo uno studio di Deutsche Bank, la ripresa a V della Cina  sarebbe «quasi completa».

«La spesa dei consumatori è ancora sotto i dati pre-Covid, ma il gap è principalmente concentrato in alcun settori, come turismo, ristorazione, e servizi ricreativi dove una ripresa rapida è praticamente impossibile», continua l’analisi della banca tedesca.

A maggio, la Cina aveva annunciato che non avrebbe fissato un obiettivo economico per il 2020 ma che il governo si sarebbe invece concentrato sulla ripresa post pandemia. È la prima volta dal 1990 che il governo comunista di Pechino non ha un target economico da includere nei manifesti del partito.

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