In Cile si muore, mentre il presidente Piñera mangia la pizza

21/10/2019 di Redazione

Il bilancio degli scontri in Cile, nonostante il coprifuoco imposto dal presidente Sebastian Piñera, continua a salire: sette morti, tutti lavoratori che si sono trovati all’interno di edifici che i teppisti hanno incendiato, nell’ambito delle proteste per il rincaro dei prezzi dei biglietti di autobus e metropolitane. E potrebbe esserci anche un’altra vittima, questa volta uno dei manifestanti, ucciso da un poliziotto nel tentativo di sedare le rivolte.

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Cile, il presidente Sebastian Piñera mangia una pizza nel bel mezzo degli scontri

In tutto questo, il presidente di destra Sebastian Piñera sembra continuare a vivere in quella normalità che, con il coprifuoco, ha negato ai suoi cittadini. In una delle serate che sono seguite alla proclamazione dello stato d’assedio, con l’esercito in strada, il quotidiano El Mostrador pubblica in prima pagina la foto del presidente cileno seduto a tavola con la famiglia, in un ristorante italiano di Vitacura, famoso per la sua pizza. A spazzare via l’ipotesi che si trattasse di un fake è stato proprio lo staff del presidente cileno, che ha confermato la circostanza e ha detto che subito dopo la pausa in famiglia il presidente ha raggiunto il quartier generale del governo per gestire l’emergenza.

Cile, le motivazioni della protesta

L’appuntamento in famiglia è datato 19 ottobre, nel vivo delle proteste. Da qualche giorno, il Cile è a ferro e fuoco – con diversi atti di teppismo portati avanti dalla popolazione più intransigente – a causa del rincaro dei prezzi del biglietto del trasporto pubblico. Ma è la situazione più generale che desta preoccupazioni: il costo della vita nel Paese del Sua America è vertiginosamente aumentato, mentre i salari restano agli stessi livelli degli anni scorsi. Le ricette neo-liberiste del presidente Piñera non sembrano aiutare una popolazione che ha covato il dissenso per mesi e che adesso ha fatto esplodere la protesta nella sua forma più violenta.

(FOTO dall’account Twitter del giornalista Max Valdés)

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